venerdì 12 dicembre 2025

L'apertura del triathlon al "Fitness Racing" (leggasi Hyrox)

 

L'impressione è che nel mondo del triathlon non stiano solo aggiornando un regolamento, ma spostando i confini. 

Già durante il  World Triathlon Congress di ottobre a Wollongong sono state usate parole come visioni strategiche, piani quadriennali, governance, sostenibilità, che saranno anche giuste e necessarie, ma suonano un po' troppo come novello imprenditore di periferia. 

La verità è che il triathlon ha ufficialmente deciso di non voler più essere solo triathlon.

L’ingresso di nuove discipline come Fitness Racing (leggasi HYROX), Swimrun. Aquanike ecc. sotto l’ombrello di World Triathlon non è una semplice apertura., ma una dichiarazione d’intenti nella quale si dice a voce alta che il modello classico non basta più. 

Che per crescere bisogna guardare altrove. 

Da una parte c’è entusiasmo, nuovi pubblici, nuovi format, nuove opportunità commerciali. Collaborazioni con grandi organizzatori privati, eventi più spettacolari,  più intrattenimento. 

Tutto molto contemporaneo. 

E forse, dico io, anchhe tutto più televisivo e vendibile.

Dall’altra, però, una domanda resta sospesa.
Stiamo ampliando il triathlon… o stiamo semplicemente cambiando etichetta a cose che con il triathlon c’entrano solo di riflesso?

Di fatto, il triathlon sta cercando nuove strade: alcune porteranno lontano, altre forse finiranno in un vicolo. 

Di fatto, il futuro delle "multidiscipline" non sarà più stretto.
Sarà più largo. 

la domanda è: saprà essere anche più credibile e interessante?

martedì 9 dicembre 2025

Un team di coach nello stesso gruppo di allenamento

 Nella vita di ogni coach che cresce e lavora bene,  arrivano il punto in cui sei costretto a dover rinunciare a qualche atleta, perchè sei "pieno" e non ti va di rinunciare alla qualità per la quantità.

Ed è lì che capisci che non puoi più restare un io solitario: devi iniziare a diventare noi.

Coinvolgere un altro coach è quasi un atto intimo.
Lo scegli, lo formi, gli affidi un atleta.
E quando quell’atleta ti scrive: “Mi trovo benissimo con lui!”, senti una gioia enorme… ma diciamoci la verità, anche un piccolo pizzico di gelosia professionale.
Ed è normalissimo.
È proprio lì che devi fare lo scatto mentale: capire che senza fiducia non hai un collaboratore, hai un fantasma.

Innanzitutto deve esserci il rispetto reciproco, soprattutto da parte del coach "anziano" che non deve andare ad intaccare il terreno di quello "giovane", soprattutto per non sminuire il suo lavoro davanti ai propri atleti.

Il messaggio che deve passare non è che il nuovo allenatore sia un'alternativa a voi, ma che sia UNA SCELTA (ricordate il post che ogni allenatore deve essere quello perfetto per ciascun atleta?).
E dunque non deve pensare come te, non deve parlare come te.
Condivisione orizzontale: deve completarti, anche nelle differenze.
Un team di coach funziona quando ci si confronta alla pari, quando si scambiano idee, dubbi, intuizioni, quando nasce un linguaggio comune che non cancella le identità.
Se lo scegli bene porta competenze che tu non hai.
Se lo formi bene diventa più forte di te nel suo campo.
E se ti fidi davvero gli lasci lo spazio per dimostrarlo.
La verità è che cresce lui e cresce il team. 

E se cresce il team, cresci anche tu.

E lL’ambiente che costruisci dentro il tuo team si riflette ovunque: nella soddisfazione degli atleti, nella fedeltà dei collaboratori, nella qualità del lavoro... e sì, anche nelle cene di squadra!


lunedì 1 dicembre 2025

La condizione necessaria per far funzionare il rapporto coach-atleta

 

Questa per me è fondamentale.
Un elemento imprescindibile sul quale costantemente mi metto in gioco ogni anno verso gli atleti che alleno.

Il rapporto coach-atleta per funzionare veramente, deve avere due caratteristiche:

  • Ogni atleta DEVE ritenere che il suo coach sia il migliore coach del mondo. Se pensa che anche per un solo motivo non sia così, allora non può funzionare. Se pensa "vorrei coach A ma costa troppo e allora scelgo coach B" lasciate perdere in anticipo, risparmiate anche 'sti du' spicci perchè NON FUNZIONERA'
  • Ogni coach DEVE ritenere di essere il miglior coach possibile che possa allenare un determinato atleta. Se sto allenando un mio atleta e per qualche ragione capisco che un altro allenatore possa essere meglio per lui, smetto di allenarlo.

Fatevi sempre questa domanda, che siate coach ovvero atleti.

E vi dirò di più.

Un buon coach deve essere anche in grado di capire se un suo atleta non lo reputa il miglior coach che ci possa essere per lui.

Che insomma, ci può stare per mille motivi, nobili e meno nobili.

Una specie di "ti lascio perchè ti amo troppo", "ti meriti di meglio", "non voglio farti soffrire" e tutte quelle altre cazzate da storia d'amore, ma alla fine sempre di relazioni parliamo. 

E allora a quel punto "ciaone".

Con rispetto ed educazione, ma sempre "ciaone".

venerdì 28 novembre 2025

Ma se non so fare il delfino, come posso sostituirlo in allenamento?

 

Chiariamo subito: no, non ti sto chiedendo di diventare Michael Phelps. E no, non sono un sadico che ti vuole far crepare in vasca facendo delfino (o farfalla, come dicono quelli bravi) come se non ci fosse un domani.

Però il delfino – o meglio, una forma addomesticata di delfino – può diventare lo strumento migliore per lo stile libero.

Sutton ci propone tre interessanti alternative:

  • 3/2/2 Drill :  tre bracciate di delfino normale in spinta dal muretto, poi due bracciate solo con un braccio, e due con l’altro. Le tre bracciate iniziali vengono eseguite come uno stile libero a braccia simultanee. Respirare ad ogni bracciata spinge l’atleta ad accelerare le mani durante la fase di trazione, perché deve sollevare la testa per respirare. La parte 2/2 del drill introduce invece un elemento di rilassamento nella tecnica: molti age-group accelerano troppo il recupero. In questa fase dell’esercizio cerchiamo di rallentare tutto, respiriamo ad ogni bracciata e respiriamo di lato proprio come nello stile libero, consentendo un recupero più efficace e sviluppando una maggiore consapevolezza del gesto tecnico.
  • 3/3 Drill: per tre bracciate si respira ad ogni bracciata con un solo braccio, sempre lateralmente; poi si fanno tre bracciate singole con respiro sul lato sinistro, poi altre tre sul lato destro con la stessa tecnica. In tutto questo, il movimento del corpo, e delle gambe naturalmente, riprende quello del delfino
  • Tri Medley: braccia rana e gambe delfino a ogni bracciata. Questo permette di migliorare l’accelerazione della bracciata, sviluppare sensibilità e forza ed evitare infortuni tipici della rana.

Quindi no, non devi necessariamente“saper fare il delfino” per allenarti bene, devi solo imparare a scomporlo, adattarlo, e usarlo come strumento per migliorare lo stile libero.

Oh, poi se proprio non ti va di provare queste cose, allora sostituiscilo con   stile libero "over" ad alta intensità, e ce lo famo annà bene lo stesso!

lunedì 24 novembre 2025

L'unica cosa dura che ti è rimasta tra le gambe...

Ogni settimana la stessa domanda: “Coach, ma se come dici tu uso sempre il pull buoy, poi non ne divento dipendente? E poi in gara come faccio?”

No amico mio, smetti di pensare che il pull buoy sia un  cheat code.  È tipo la rotellina sotto la bici quando imparavi a pedalare: non ti insegna ad andare più piano, ti insegna ad andare meglio.

Il pull buoy NON serve a “sostituire” le gambe. Serve a farti lavorare su tutto il resto senza l’ansia di affondare come un frigorifero lanciato in piscina. Tipo:

  • respirazione fatta bene

  • rollio controllato

  • bracciata produttiva

  • presa efficace 

  • e soprattutto l'acquaticità. Quella roba che tutti dicono di cercare, ma che senza supporto non sentirai mai, se stai solo lottando per restare a galla.

E allora perché usarlo sempre? Perché finché non hai abbastanza velocità di base da tenerti a galla da solo, se quando arriva la fatica cominci a scomporti come se stessi ballando la Macarena, allora è meglio lavorare bene con un supporto.  Lo scopo dell’allenamento non è “soffrire” ma progredire.

Poi oh, se un giorno ti senti talmente fluido da riuscire a galleggiare bene senza, e lavorare su tutto il resto? Perfetto, toglilo. Ma non perché “eh no, non va usato sempre”, ma perché in quel momento puoi farne a meno. Che è diverso.

Certo, non lo userai in gara. Ma in gara farai 3.800 bracciate. E se non hai accumulato ore di qualità in allenamento, ti sbricioli già al primo chilometro. Preferisci farti 3.000mt a settimana da affogato, o 10.000mt fatti bene con il pull, dove sviluppi tecnica, resistenza e fiducia?

Quindi basta con ‘sta storia che se usi il pull buoy sei meno atleta. Usalo. Sfruttalo. Costruisci. E poi un giorno, quando ti ritroverai in gara a nuotare meglio senza sapere nemmeno perché... saprai chi ringraziare.

L'unica cosa dura che ti è rimasta tra le gambe!

martedì 4 novembre 2025

La diversa percezione del nome degli allenamenti (ripetute o variazioni?)

Basta poco, pochissimo per cambiare la percezione di come un atleta si approccia a un determinato allenamento.

C'è un allenamento che propongo periodicamente ai miei atleti, che ho chiamato "St. Moritz" che consiste sostanzialmente in 32x200mt frazionati di corsa (che nella progressione di carico arriveranno anche a 50x200), da fare a medio alta intensità, con 30" o 1'30" di recupero da fermi, a seconda della ripetuta o del set)

Quando i miei atleti si ritrovano questo allenamento hanno gli incubi una settimana prima e cominciano ad attrezzare bambole voodoo con le mie fattezze.

Uno degli allenamenti preferiti dai miei atleti invece, è un 15x3' a media intensità + 1'30" di corsa facile di recupero.

Adesso, se avete un minimo di dimestiche con gli allenamenti, capirete bene che i due esercizi, naturalmente inseriti in diverse fasi della preparazione annuale con specifiche aggiustamenti), non sono così distanti per proposito e per TSS (Training Stress Score)... vabbè per buciodeculaggine, così ce capimo.

Il fatto è che se qualcuno legge 32x200, nella sua testa scatta immediatamente RIPETUTA affiancata dall'imamgine di Usain Bolt che si piega in curva, anche se nella spiegazione c'è indicato un passo più vicino ad un fondo medio veloce.

Ecco, nella mia esprienza da coach, quando riesci a identificare, comprendere e lavorare su questi fattori di pazzia degli atleti, il grosso del lavoro è già fatto! 

lunedì 3 novembre 2025

THE VELODROME (Triathlon Off Season Training Plan - BIKE Focus)

 


Ok, siamo in off-season.

E adesso?

E adesso ci si allena lo stesso, ma con criterio.

Tipo con "THE VELODROME", il training plan studiato apposta dal PandaLab per gli atleti esperti ed evoluti che vogliono focalizzare questo fondamentale macrociclo stagionale migliorando nel ciclismo, ma mantenendo comunque tutti gli altri aspetti fondamentali nel nuoto e nella corsa che ci serviranno nella fase specifica.

Un programma di 12 settimane sviluppato su 7 giorni di allenamento a settimana con due giorni strutturati con bigiornaliero (facoltativo) e potenziamento.

E allora, la vogliamo migliorare questa corsa in vista della prossima stagione agonistica?

IL PROGRAMMA LO TROVI QUI 


sabato 25 ottobre 2025

ZERO TO SWIM (Programma di 4 mesi per il nuoto per principianti che partono da ZERO!)

 


Questo programma nasce per tutti quelli che in acqua non si sentono ancora “nuotatori”, ma nemmeno vogliono restare per sempre nel gruppo dei “galleggiatori ansiosi”.

Non troverai numeri, tempi o tabelle da robot.
Troverai buon senso, ritmo e fatica giusta — quella che ti fa crescere senza distruggerti.

L’obiettivo non è nuotare “bello”, ma nuotare bene, uscire dall’acqua con la sensazione di controllo, calma e forza.
Proprio come serve in triathlon... e non solo lì...

🧠 Filosofia del metodo

Il metodo PandaLab non allena solo muscoli, ma percezione.
Tutto ruota attorno a tre principi:

  1. Semplicità.
    Niente complicazioni, niente tecnicismi da manuale.
    Si impara nuotando, non guardando video o contando bolle.

  2. Sensazioni (E.M.O. Training).
    Easy – Moderate – Over.
    Tre zone di fatica, tre modi di conoscersi.
    Ogni allenamento ti insegna a “sentire” la differenza, non a inseguire numeri.

  3. Progressione intelligente.
    Si parte con vasche da 25 m, si cresce a 50, si impara la continuità.
    Piano piano, senza ansia, ma sempre con intenzione

🧱 Struttura del programma

Il percorso è diviso in 5 blocchi da 6 allenamenti ciascuno (2 a settimana).
Ogni blocco ha un focus preciso e progressivo:

1️⃣ Confidenza e Fluidità — imparare a respirare, muoversi e non farsi travolgere.
2️⃣ Resistenza e Controllo — costruire ritmo e calma mentale.
3️⃣ Forza e Propulsione — sentire la spinta, non solo muovere braccia.
4️⃣ Ritmo e Gestione della Fatica — riconoscere e modulare lo sforzo.
5️⃣ Efficienza e Mentalità Triathlon — nuotare “con testa” fino alla fine.

Ogni allenamento ha:

  • Un nome (perché ogni seduta ha una personalità);

  • Una struttura chiara (ripetute, distanze, recuperi);

  • Una nota finale (il senso, cosa sentire, dove stare attenti).

🐼 Spirito PandaLab

Qui non si parla di perfezione, ma di progressi reali.
Di trovare quella sottile linea tra disciplina e leggerezza.
Allenarsi con serietà, ma senza prendersi troppo sul serio.

Perché in fondo, il nuoto  è un gioco di equilibrio tra respiro, ritmo e rilassatezza.

Ma con la giusta determinazione 

IL PROGRAMMA LO TROVI QUI

 

venerdì 24 ottobre 2025

La semplificazione come risposta per la ricerca della soglia

 


Il problema in ogni contesto, e quello della metodologia di allenamento non ne è certo esente,  è sempre quello che mostrare e dimostrare la propria competenza attraverso mezzi complessi appare come sininimo di qualità.

Ed è vero, naturalmente.

Se io sono in grado di  applicare un protocollo complicatissimo che porti, ad esempio, alla determinazione della soglia anaerobica, denoto evidentemente una rilevante capacità professionale.

Ma se riesco ad arrivare a quello risultato avendo applicato un protocollo di 3 minuti,sarò forse meno figo e "spendibile" come caratura professionale, ma sti cazzi?

Un bel test FTP per il ciclismo da  20' minuti oppure un Conconi modificato in pista, pianificati in una settimana con adeguato riposo, con prelievo di lattato e/o con metabolimetro restituiscono sicuramente la figura di un coach estremamente serio.

Poi magari però esce lo stesso risultato di una prova di 3 minuti convertita con valori stabiliti (e certificati naturalmente) oppure, meglio ancora, dai dati di una gara.

Ok, forse sarà un risultato più grossolano, forse potrà variare di qualche watt, di qualche battito, ma sappiamo bene che anche i vari test ultracertificati producono valori differenti tra loro.

Faude e colleghi, in una review del 2009, hanno individuato venticinque concetti di soglia diversi, raggruppati in tre famiglie — quelli a valore fisso, quelli del primo aumento, e quelli più complessi che cercano di stimare il massimo steady state del lattato, il famoso MLSS, e laconclusione che sì, tutte queste soglie in qualche modo si correlano bene con la performance di resistenza.

Sì, venticinque. 

Quindi, se dobbiamo avere un risultato non univoco universalmente, preferisco farlo nel modo più semplice, più veloce e meno invasivo possibile.

Tanto, alla fine, la soglia anaerobica si trova sempre tra “l’ultima volta che ti vi siete divertiti in gara" e "la prima in cui avete cominciato a mandarmi gli insulti”.
E adesso trovatemi una definizione più accurata di questa.

mercoledì 22 ottobre 2025

SUPERSONIC (Triathlon Off Season Training Plan - RUN Focus)

  

Ok, siamo in off-season.

E adesso?

E adesso ci si allena lo stesso, ma con criterio.

Tipo con "SUPERSONIC", il training plan studiato apposta dal PandaLab per gli atleti esperti ed evoluti che vogliono focalizzare questo fondamentale macrociclo stagionale migliorando nella corsa, ma mantenendo comunque tutti gli altri aspetti fondamentali nel ciclismo enella corsa che ci serviranno nella fase specifica.

Un programma di 8 settimane sviluppato su 7 giorni di allenamento a settimana con due giorni strutturati con bigiornaliero (facoltativo) e potenziamento.

E allora, la vogliamo migliorare questa corsa in vista della prossima stagione agonistica?

IL PROGRAMMA LO TROVI QUI 


 

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