lunedì 16 marzo 2015

La mia Ferrara Marathon: sotto le 3 ore e 27° assoluto... Tanta tanta roba!


Ce so partito da Roma pensando di fare una Maratona "più" facile.
A parte il fatto che Maratone facili naturalmente non esistono, ma la Maratona di Ferrara è stata tanto dura quanto emozionante.
E per questo, indelebile.

Nonostante sia prevista leggera pioggerella, quando spalanco le finestre dell'albergo il cielo è completamente limpido.
Certo, tira parecchio vento, ma le condizioni non sembrano malvagie.
Alle 8.45 ho appuntamento con Giorgio "the Bridge", Roberto "Wolf" (con cui condivido l'obiettivo odierno) e Sara "Saetta" che è quei per correre la mezza maratona.
Partenza unica per Maratona e mezza alle 9.30.
Anche se c'è il sole, alle 8.30 di una mattina di metà marzo in una città del centro-nord fa comunque un po' fresco e mi ritrovo ad essere uno dei pochissimi a correre solo con la canottiera.
Con il senno del dopo, la scelta è stata azzeccatissima.
Alle 11,30, in pieno sforzo, grondavo di sudore.
Due ore prima di grondare di sudore ero allineato tra le prime file, con gli occhi fissi sui palloncini delle 3 ore.
L'obiettivo stavolta è solo uno, correre meno di 180 minuti.
Il passo è subito più veloce del previsto, si viaggia costantemente tra i 4'10 e 4'13 e la cosa mi sta benissimo.
Tanto più che il gruppetto delle 3 ore è ancora discretamente nutrito e si riesce a stare abbastanza coperti dal vento.
Guardo il crono esclusivamente sui parziali di ogni chilometro, evitando di avere un quadro generale dell'andatura.
Ogni tanto si affianca Roberto e ci facciamo coraggio.
Avere un amico a fianco in battaglia è sempre una carica in più.
Al 18°km c'è il bivio per chi gareggia solo per 21km.
Mi butto a destra e c'è una persona dello staff che ci urla "31,32,33,34,35,36,37,38...."
La posizione????
Ok, non saranno i numeri di New York o di Roma, ma stare tra i primi 40 in una Maratona per me, oltre ad essere una novità, è una botta di autostima enorme.
Passiamo alla mezza in 1h28' con sensazioni ottime, meglio ancora di quelle che avevo avuto l'anno scorso a Padova.
Da qui purtroppo cominciano le difficoltà.
La strada si apre nella pianura senza alcuna protezione e siamo totalmente esposti al vento.
Fondamentale è rimanere nel gruppetto, chi perde anche 5 metri non rientra più ed infatti cominciamo a perdere qualche pezzo.
Alessandro, il pacemaker, con il simpatico accento emiliano ci dice di aver  leggermente forzato il ritmo nella prima metà per avere un po' di margine contro il vento.
Ora non si scherza più, testa bassa e si tira dritto.
Tra il 24 ed il 27 abbiamo gli unici 3km con il vento a favore ma ormai si fatica comunque.
Appena il vento ritorna contrario restiamo in sei nel gruppo.
Roberto purtroppo si è staccato un po', io ed un altro ragazzo ci teniamo costantemente nelle retrovie.
Nonostante la fatica, quando mancano 10km all'arrivo faccio un controllo del corpo e sto ancora discretamente.
Naturalmente per come può stare uno che ha corso già 32km...
Alessandro ci dà la seconda brutta notizia di giornata.
Tra il 36° ed il 40°km si corre sotto le mura, nello sterrato con tanti zigzag.
"L'andatura vi calerà di almeno 5/10" al chilometro."
Questa sì che è una mazzata,
Il gruppo si sfalda completamente.
Cedono tutti, restiamo solamente io e l'altro ragazzo che correva con me nelle retrovie.
Nonostante ci inciti a tener duro perché al 37° non si può mollare, le energie sono al lumicino.

Potrei dirvi che è stato magico, che è stata una cavalcata eroica verso il traguardo, che l'emozione mi ha spinto, ma non sarebbe vero.
Ho fatto l'unica cosa che potevo fare per arrivare al traguardo sotto le tre ore.
Ho spento il cervello.
Sguardo in avanti e soffrire per altri venti minuti.
Non guardo né il passo, né il tempo.
Al quarantesimo finalmente si ritorna sull'asfalto.
Ormai le gambe girano bene ed i dolori sono scomparsi.
Non è finita ancora Ste'.
Al quarantunesimo finalmente abbasso gli occhi sul crono.
2h54'.
E' fatta.
Curva a sinistra e difronte a me c'è l'arco di arrivo.
Cerco con lo sguardo Alessia ma sto talmente suonato che nonostante lei stia urlando non la vedo.
Per un'ultima cosa però ho conservato ancora un po' di forze.
Alzo le braccia al cielo e libero un urlo.
SI'!


















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