lunedì 19 aprile 2021

La scommessa di Pascal applicata al fine sportivo

 

Ho sempre avuto un approccio semplicistico in ogni attività che mi ha interessato.

Nella filosofia/teologia, benché abbia un immenso fascino la ricerca razionale di Dio, sia di matrice aristotelica sia dogmatica di Tommaso, ho sempre ritenuto che la via diretta verso la Verità sia quella mistica e della Rivelazione non suscettibile della comprensione razionale indicata da Bernardo di Chiaravalle.

Non ho finito di rompervi i cojoni, dovete pazientare ancora un po'.

Proprio per questo aspetto non razionalmente spiegabile, trovo sublime l'argomentazione di Blaise Pascal relativa alla scommessa su Dio.

In brevissimo, credere a Dio conviene perchè se ci credo, mi comporto da cristiano ed alla fine esiste, allora vinco tutto (la salvezza eterna) e non perdo niente. Se non ci credo e non esiste non vinco niente, ma se esiste allora avrò perso tutto.

Ecco, ora finalmente arriviamo allo sport.

Per questo la filosofia che cerco di trasmettere agli atleti che alleno (parliamo sempre di atleti amatori) è quella di puntare tutto sul divertimento e la passione: se poi la gara andrà male perderanno poco (continuano a divertirsi senza risultato), se invece la gara andrà bene avranno vinto tutto, divertimento e prestazione!

Chi avrà puntato esclusivamente sulla prestazione senza divertimento, in caso di gara positiva avrà vinto poco (numeri da mostrare e basta), in caso di gara negativa avrà perso tutto.

Semplice no?

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