giovedì 1 settembre 2016

Il triathleta felice


Vi allenate, gareggiate, ma siete felici?
Intendo nel fare queste cose, naturalmente.
Oppure è diventata SOLO una necessità?
Perché lo sappiamo, quando si entra nel circolo dello sport, poi continuare a muoversi diventa una necessità senza la quale ci sentiamo spenti.
Non è questo il punto, il punto è siete ancora capace di divertivi?
Vi ricordate le prime gare, quando si abbassavano mostruosamente i vostri tempi, quando non correvate per forza con il gps che misurava ogni passo, quando lo sport era il massimo...ma NON tutto!
Quando riuscivate a riconoscere anche le altre cose importanti.
Anche le altre cose PIU' importanti?
Ecco, perché a meno che non siate sportivi professionisti, questi sentimenti dovremmo ancora permetterceli, dovremmo addirittura pretenderli.
Perché se tutto è legato al risultato, è evidente che c'è qualcosa di marcio in tutto questo.
Ed io non voglio che il mio amore per lo sport marcisca.
E se significa  dover correre una Maratona 10' più lento del mio solito, se significa finire un IronMan alle spalle di un mio amico/rivale anziché davanti, se significa rinunciare alla fondamentale pedalata di 6 ore la domenica mattina per un'escursione con la famiglia...beh, io sono disposto.
Attenzione, non significa non porsi obiettivi, non significa non doversi migliorare,  non significa togliersi il gusto di scommettere una pizza con gli amici e non significa privarsi necessariamente di una pedalata di 6 ore la domenica mattina.
Dico solo di non farlo diventare un lavoro.
Perchè chi vive di solo lavoro, come chi vive solo di allenamenti, significa che non ha - o non sa riconoscere - quanto altro di bello c'è.
 

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