martedì 20 settembre 2016

La scheggia acquatica [come pompare la propria autostima a livelli altissimi]


Fino a qualche settimana fa, a fianco della mia corsia di nuoto si allenavano costantemente Rufini e Vanelli, mentre saltuariamente capitava di beccare la Pellegrini o Raul Bova (ok, non è un campione, ma se la cava discretamente il ragazzo...)
Insomma, tutto questo per dire che sì, poter  vedere dei campioni allenarsi da così vicino era un grande stimolo ed una motivazione ancora più grande,  ma aveva anche il rovescio della medaglia.
Quando stai facendo i tuoi 100 in B2 con il cuore che ti schizza fuori dal petto e ti vedi sorpassare a fianco da qualcuno che sta facendo solo gambe (tra l'altro come defaticamento alla fine di una sessione di 10km e chiacchierando), non puoi evitare di notare quanto sei pippa.

Nella mia vita sportiva 2.0 ci sta che una parte dei miei allenamenti in acqua si svolge durante la lezione di nuoto e pallanuoto dei miei bambini (in un'ottima struttura, tra l'altro, proprio a Tivoli)
E in quel periodo la piscina a disposizione è quella corta, alta 50cm, con l'acqua calda, e con le tardone signore dell'acquagym che si dimenano a fianco.
Ed ecco qui la maestosa rivalsa.
Mentre facevo un lentissimo e statico sidekick, ho doppiato un tizio che in boxer e cuffiona lenta si prodigava nello stile libero.
A bordo vasca il tizio non ha mancato di tessere le mie lodi!
"Ma sei una scheggia!!!"
Naturalmente con molta umiltà non ho dato alcuna enfasi al complimento...











Certo, anche qui hanno ottimi agonisti e master, ma spero di non incrociarli mai  in allenamento.
Il mio ego potrebbe risentirne pericolosamente.
 

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