venerdì 19 maggio 2023

Le salite nella preparazione del triathlon e come eseguirle

E' ormai evidente che abbia un'ammirazione smisurata per i tecnici dell'Oceania, di qualsiasi disciplina.

Probabilmente il vivere down under rende anche le proprie idee abbastanza anticonmformiste da farmele, naturalmente piacere ed adottare.

Uno dei tanti allenatori di cui sopra, è il neozelandese Arthur Lydiard, noto oltre che per la sua semplificazione della metodologia di allenamento, anche per far uscire le salite dalle orecchie dei suoi atleti.

Salite per tutti, dai velocisti ai maratoneti, anche e soprattutto in sostituzione dei lavori in pista, che riduceva ai minimi termini.

Salite brevi prima di allenamenti più intensi in pianura, salite lunghe nei progressivi  e collinari nei lunghi, metodologia utilizzata anche dalla prima scuola podistica kenyota dei primi anni '90, dove oltre ai collinari facevano doppia sessione settimanale di salite.

Per questo motivo non c'è bisogno di spingerle al massimo, trasformandole in un allenamento anaerobico perchè lo scopo (principale) sarà quello di costruire una resistenza muscolare 

E tecnicamente come si lavora al meglio su questo aspetto?

Così:
- cadenza agile
- appoggio di avampiede (in salita eh, non cominciate con il natural running...)
- estensione della gamba nella spinta
- enfatizzare il movimento delle braccia
- rilassamento della parte superiore del corpo
- occhi bassi
- petto in avanti
- spalle indietro
- non guardare in alto

Ah, oppure potete evitare tutte queste salite e sostituirle con allenamenti con i pesi in palestra.

Tanto è uguale no?

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