mercoledì 17 gennaio 2024

Le trattative sfocate per la scelta del coach



I modi in cui gli atleti che alleno ovvero ho allenato si sono appreociati a me sono naturalmente diversi e svariati.

Dal passaparola alle pagine del mio blog, dale carie directory da coach di IronMan o Training Peaks, a incontri sui luoghi di allenamento.

Ho notato comunque che la miglior base sulla quale poi costruire rapporti sia umani che sportivi, è la conoscenza iniziale che gli atleti hanno di me (o di un coach in generale, chiaramente), PRIMA di contattarmi.

La maggiorparte delle volte infatti, chi mi chiama sa già tutto di me, del mio modo di allenare e di ogni singolo articolo che ho scritto.

Ogni allenatore, a prescendire dalla bravura, ha un suo stile ben preciso di allenare, che abbraccia varia aspetti, da quelli tecnici a quelli appunto della relazione che dovrebbero essere ben chiari.

Quindi, quando contattate un allenatore, cercate di aver bene in mente cosa state cercando, perchè non si tratta di una trattativa di un paio di occhiali taroccati sulla spiaggia.

(Mi è capitato anche di sentirmi dire "ma tu cosa mi offri in più di XXX che nel piano di allenamenti propone queste cose?")

C'è questa consuetudine politicamente corretta di suggerire ai vari atleti di sentire più di qualche coach prima di scegliere, forse l'ho suggerita anche io qualche volta.

Ma in realtà non dovrebbe essere così, perchè non stiamo al mercato per vedere quale arancia è più appetibile.

Dovreste avere un'idea in testa senza "piano B" e contattare quella.

Giustamente, in questo caso, se l'impegno economico non è conforme alle vostre aspettative o anche la prima impressione non vi ha convinto al 100% (che è l'unica percentuale di affinità emotiva che dovete pretendere) allora, solo a quel punto, scegliete diversamente quello che sarà il vostro NUOVO "piano A".

Del quale dovrete essere convinti a prescindere.

Fino a prova contraria.


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