lunedì 24 novembre 2025

L'unica cosa dura che ti è rimasta tra le gambe...

Ogni settimana la stessa domanda: “Coach, ma se come dici tu uso sempre il pull buoy, poi non ne divento dipendente? E poi in gara come faccio?”

No amico mio, smetti di pensare che il pull buoy sia un  cheat code.  È tipo la rotellina sotto la bici quando imparavi a pedalare: non ti insegna ad andare più piano, ti insegna ad andare meglio.

Il pull buoy NON serve a “sostituire” le gambe. Serve a farti lavorare su tutto il resto senza l’ansia di affondare come un frigorifero lanciato in piscina. Tipo:

  • respirazione fatta bene

  • rollio controllato

  • bracciata produttiva

  • presa efficace 

  • e soprattutto l'acquaticità. Quella roba che tutti dicono di cercare, ma che senza supporto non sentirai mai, se stai solo lottando per restare a galla.

E allora perché usarlo sempre? Perché finché non hai abbastanza velocità di base da tenerti a galla da solo, se quando arriva la fatica cominci a scomporti come se stessi ballando la Macarena, allora è meglio lavorare bene con un supporto.  Lo scopo dell’allenamento non è “soffrire” ma progredire.

Poi oh, se un giorno ti senti talmente fluido da riuscire a galleggiare bene senza, e lavorare su tutto il resto? Perfetto, toglilo. Ma non perché “eh no, non va usato sempre”, ma perché in quel momento puoi farne a meno. Che è diverso.

Certo, non lo userai in gara. Ma in gara farai 3.800 bracciate. E se non hai accumulato ore di qualità in allenamento, ti sbricioli già al primo chilometro. Preferisci farti 3.000mt a settimana da affogato, o 10.000mt fatti bene con il pull, dove sviluppi tecnica, resistenza e fiducia?

Quindi basta con ‘sta storia che se usi il pull buoy sei meno atleta. Usalo. Sfruttalo. Costruisci. E poi un giorno, quando ti ritroverai in gara a nuotare meglio senza sapere nemmeno perché... saprai chi ringraziare.

L'unica cosa dura che ti è rimasta tra le gambe!

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