lunedì 24 maggio 2021

"Il più giusto è il più bello"

 

Spesso dico che il fattore estetico nel triathlon è la cosa più importante.

Mi avrete certamente sentito asserire convintamente che la miglior bicicletta è quella che vi piace di più, oppure che in gara l'unica cosa che conta è venire bene alle foto.

Se pensate che siano farneticazioni o boutade goliardiche, siete quantomai distanti dalle mie intenzioni.

Per deformazione professionale ho avuto una formazione basta sulla "forma e sostanza".

Traslandolo negli allenamenti possiamo tranquillamente concedere un accento alla congiunzione definendo la relazione "forma E' sostanza".

Il concetto si esaspera ancor di più nelle gare di lunga distanza quali IronMan e 70.3.

Sapete qual è il primo segnale di crisi nel gesto atletico?

Quando cominciate a perdere la compostezza del movimento: la rotazione (attezione, non il rollìo) sperentina in acqua, il movimento scoordinato delle spalle in bici, le braccia senza controllo che si muovono lateralmente nella corsa... in poche parole, siete brutti.

La bellezza sportiva non è più materiale ma insita nel soggetto e l'unico modo per farla propria è tramite una percezione accompagnata dal giudizio che il soggetto muove verso l'oggetto stesso. Perciò l'unico strumento che si ha per misurare e concretizzare in parte la bellezza è la percezione stessa del soggetto. 

La miglior indicazione possibile, in questo caso, ci arriva dalla Grecia antica e, precisamente da Delfi dove, sulle pareti del tempio di Apollo erano incise alcune massime, le più famose delle quali - oltre alla celebre γνῶϑι σεαυτόν conosci te stesso (leggasi E.M.O. Training...) tutte basate sul rispetto dei criteri di armonia e proporzione e variamente attribuite, ora ad oracoli emessi dalla Pitia, ora a ciascuno dei sette sapienti, ora allo stesso Zeus - erano le seguenti:

“Il più giusto è il più bello” 

“Osserva il limite” 

Odia la hybris (tracotanza)

“Nulla in eccesso"

 Se tenete a mente questi quattro fondamenti durante il vostro IronMan, non dovrete temere nulla.

 E, soprattutto, non rischiate di avere foto brutte della vostra gara più importante.

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