Qualche tempo fa scrissi un post, apprezzatissimo, sui 20 atleti che NON dovresti mai allenare.
Adesso tuttavia, mi pare giusto rendere anche merito e onore agli atleti che DOVRESTI e che VORRESTI sempre allenare.
Perchè per ogni atleta che ti fa alzare gli occhi al cielo, ce n’è almeno uno che ti fa dire:
“Dai, oggi scrivere le tabelle è quasi un piacere.”
Sono loro, gli atleti da tenere stretti.
Non perché siano sempre performanti, costanti o geniali.
Ma perché ti fanno fare il coach con il cuore leggero.
1. Quello che ti ringrazia, anche quando lo massacri
Gli mandi un 5x2000 in salita sotto la pioggia.
Ti scrive:
“Coach, mi è servito. Grazie.”
Tu piangi. Silenziosamente.
2. Quello che ti manda i feedback (su Training Peaks, non su whatsapp) senza che tu debba chiederglieli
Sai sempre come sta.
Sai sempre cosa ha sentito.
Sai cosa fare.
Tu. Sei. Felice.
3. Quello che non capisce tutto, ma si fida
Non è uno scienziato dello sport.
Ma ti ha scelto.
E si affida.
E non cerca ogni giorno su Google “variazioni del lattato nella corsa a digiuno”.
4. Quello che ti fa ridere
Ogni messaggio è una scenetta.
Ti manda meme.
Ti scrive battute.
E tu pensi:
“Ok, questo coaching è anche intrattenimento.”
5. Quello che ti chiede “come stai”
Non ti vede solo come un fornitore di tabelle.
Ogni tanto si ricorda che sei umano anche tu.
Ti scioglie.
6. Quello che ti ascolta davvero
Gli dici “rallenta”, e rallenta.
Gli dici “fermati”, e si ferma.
Un miracolo.
7. Quello che ha i suoi limiti… e li accetta
Non ti chiede di diventare un pro in 3 mesi.
Ti chiede di stare meglio. Correre meglio. Vivere meglio.
8. Quello che non ha paura di deluderti
Fa quel che può.
Quando può.
Senza ansia da prestazione col coach.
Perché si fida, davvero.
9. Quello che ti scrive dopo ogni gara (anche se è andata male)
“Grazie per esserci stato. Oggi non è andata, ma ci riprovo.”
E tu pensi:
“Questo è il motivo per cui faccio tutto questo.”
10. Quello che resta anche quando va tutto storto
Non cambia coach a ogni crisi.
Ti parla. Si confronta. Resta.
E tu, coach, cresci con lui.
11. Quello che ti ascolta… ma ti mette anche in discussione con rispetto
Non è un robot.
Fa domande vere.
Vuole capire.
E con lui, cresci anche tu.
12. Quello che migliora poco alla volta, ma migliora
Costante. Silenzioso.
Mai un colpo di testa.
Solo piccole vittorie continue.
Una sinfonia di progressi.
13. Quello che motiva anche gli altri del team
Non è un leader ufficiale.
Ma è quello che tutti stimano.
E tu lo sai. E gli vuoi bene per questo.
14. Quello che rispetta il tuo tempo
Non ti scrive 12 vocali alle 23:54.
Non pretende risposte immediate.
Ti dà spazio.
E tu, per lui, dai il meglio.
15. Quello che ti coinvolge nelle sue vittorie
Gara andata bene? Ti scrive.
Ti chiama. Ti tagga. Ti ringrazia.
Ti fa sentire parte.
16. Quello che cresce… come persona, non solo come atleta
Migliora. Cambia. Diventa più consapevole.
E tu ti dici:
“Forse, un pezzettino di questo cambiamento è anche merito mio.”
17. Quello che ha fatto tutto il percorso con te
Dall’inizio.
Dai primi passi.
E ora è lì, diverso.
Ma con te.
Storia condivisa. Emozione vera.
18. Quello con cui rimani in ottimi rapporti, anche se non lo alleni più
La collaborazione sportiva è finita.
La fiducia no.
Il rispetto no.
Ti senti ancora, magari per un saluto, un consiglio, un “come stai?”.
Perché il legame vero resta, anche quando non c’è più una tabella da condividere.
19. Quello che ti fa i regali, mica perché deve… ma perché è felice di renderti felice
Una disco.
Un cesto.
Un whisky.
Una maglietta con una scritta assurda.
Non è il regalo.
È il gesto.
È il pensiero.
È sapere che, nel suo piccolo, vuole ringraziarti per esserci stato.
E tu ti commuovi più per un portachiavi da 3 euro che per una medaglia d’oro.
20. Quello che un giorno ti dice solo: “Coach, grazie.”
Non serve altro.
Tu leggi.
Ti fermi.
Sorridi.
E riparti.
Allenare può essere estenuante.
Ma ci sono persone che rendono tutto questo bellissimo.
Persone che, quando ti chiamano “coach”, lo fanno col cuore.
Tienile. Coltivale. Fidati di loro.
Perché sono la parte vera del mestiere.
E se oggi ne hai anche solo uno…
sei già un coach fortunato.
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