venerdì 16 maggio 2025

Quel giorno in cui ti accorgi che PUOI!

 

C’è un momento, in ogni carriera da triatleta o maratoneta amatoriale, in cui ti cade addosso una verità grande, enorme, spiazzante.

Non è quando finisci la gara.
Non è quando tagli il traguardo con le braccia alzate e la faccia da "faccio finta che non sto morendo".
È quando, per la prima volta, corri davvero. Fino alla fine.

E no, non intendo “correre” nel senso di mettere un piede davanti all’altro senza fermarti.
Parlo di correre con dignità, ritmo, lucidità, e magari anche una parvenza di progressione nella parte finale di una maratona, di un mezzo Ironman o – supremo dei deliri – di un Ironman intero.

All’inizio della gara va sempre bene.
Nuoti col sorriso da prete in gita.
In bici sei una centrale eolica su due ruote.
Ti senti forte, persino un po’ invincibile.
Poi… arriva la corsa.

E lì, ogni certezza crolla.
Il mondo si stringe.
Le gambe diventano corpi estranei.
E la testa inizia il suo monologo oscuro:

“Non sei fatto per questa distanza.”
“Non riuscirai mai a correre bene su queste gare.”
“Quelli bravi sono un’altra razza.”

Ma poi succede

Succede che un giorno, finalmente, fai la cosa giusta (o meglio segui la tattica che ti imposta il tuo allenatore, della quale sull'onda dell'entusiasmo solitamente te ne fotti).

Non vai forte in bici.
Non ti fai prendere dalla foga dei watt e dei sorpassi.
Vai sottoritmo. Ti senti quasi ridicolo.

E poi, quando scendi dalla bici, succede qualcosa di inedito:

Inizi a correre… e tieni.
Con ritmo, con testa, con margine. Magari pure con grinta negli ultimi chilometri.
E quando tagli il traguardo, non hai solo finito una gara.

Hai fatto il salto.

No, non è il tempo.
Non è la classifica.
Non è neanche “finirla” in senso stretto.

È uscire dalla gara con la consapevolezza che si può CORRERE davvero anche alla fine.

Quella sensazione ti rimane dentro.
Ti cambia. Ti plasma.
Perché da quel momento in poi, puoi costruire davvero.

Non c’è più il dubbio se “riuscirai mai”.
Ora sai che si può. Che tu puoi.
E quindi puoi iniziare a lavorare su un crono, su una strategia, su un piazzamento.
Diventi uno che ha qualcosa da dire in quella distanza.

E da lì in poi, si comincia a giocare. Sul serio.

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