Nel mondo perfetto della teoria, ogni atleta riceve lo stimolo giusto, nel momento giusto, detto con il tono giusto.
Peccato che il mondo reale sia fatto di vocali da 3 minuti, silenzi lunghi una settimana e sessioni fatte “ma ho cambiato un paio di cose”.
Serve una bussola. Una croce.
Il CrossCheck.
Sì, il nome l'ho invetato io e no, non è un’invocazione divina quando leggi il report di un allenamento fatto completamente a cazzo. È un concetto semplice, quasi banale, ma che spesso viene ignorato da chi pensa che fare il coach sia solo buttare quattro numeri.
In pratica, si lavora su due assi: energia comunicativa e autogestione del carico. Ma il trucco è che le frecce non vanno tutte nello stesso verso. Anzi.
🔁 Asse 1 – ENERGIA COMUNICATIVA
👉 Qui la regola è: allineamento
Se l’atleta è eccessivo, espansivo, a palla su tutto… devi esserci. Rispondere, alimentare.
Se è silenzioso, schivo, minimal… stai nel suo range. Una parola secca e dritta.
📌 Esempio:
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Tizia ti manda la foto del body, il meteo della gara, la playlist e 4 audio. Tu rispondi con energia e ironia: “Il body n.2 vince, ma spammala sui social così acchiappiamo un po' di like per la squadra”
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Tizio scrive “tutto ok” dopo una settimana di carichi. Rispondi: “ Daje.”
Non è distanza. È rispetto del codice.
🔃 Asse 2 – AUTOGESTIONE DEL CARICO
👈 Qui la regola è: contrasto
Chi si allena troppo (o aggiusta di testa sua), deve essere frenato.
Chi fa poco e pretende la luna, deve essere spinto.
📌 Esempio:
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A Tizio, che aggiunge 3 ripetute “perché mi sentivo bene”, gli scrivi: “Sabato 10x100 in piscina easy pull. Sì, e basta”
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Tizia, 2 allenamenti saltati (su 4) e dubbi sul passo gara? Le metti un 4x2000 bello tosto (ma che tu sai che può fare). Deve sentire che il corpo sa ancora far fatica.
🎯 CrossCheck in pratica
Autogestione alta | Autogestione bassa | ||
---|---|---|---|
HARD | 💥 OVERMAN | 🔊 BUZZY | |
SOFT | 🧱 GRINDER | 😴 FEATHERWEIGHT |
A chi parla troppo e fa troppo → taglia.
A chi parla poco e fa troppo → osserva e guida.
A chi parla tanto e fa poco → scuotilo.
A chi parla poco e fa poco → stimola, ma senza invadere.
Il CrossCheck serve per seguire i propri atleti senza diventare complici delle loro derive.
Ti adegui al loro stile comunicativo – perché devono sentirsi ascoltati.
Ma poi li spingi dove non andrebbero da soli – perché è lì che iniziano a migliorare.
Ogni atleta ha una sua lingua. Sta al coach impararla.
Ma ogni atleta ha anche un suo limite. E sta sempre al coach non farsi fregare.
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