martedì 22 luglio 2025

Il mio EagleXMan 2025: da Strong a Xtrong

 

Ho sempre guardato con un certo rispetto gli Extreme IronMan, ritenendoli un tipo di gara che, a prescindere dal livello di preparazione, necessitassero anche di una solida base di esperienza.

C'ho messo 12 IronMan per raggiungere questa consapevolezza, ma al



la fine  il momento di cominciare questa nuova avventura è arrivato, e come tutte le nuove avventure è tornata quella adrenalina a ridosso della gara.

Di che gara stiamo parlando?

Dell'EagleXMan: 3800mt di nuoto con partenza al buoi alle 5 di mattino al lago di Campotosto, 180km con 4000mt di dislivello raggiungendo Campo Imperatore e i monti della Laga,  e per gradire 42km finali di corsa di cui 36 sterrati con 1000mt di dislivello, e gli ultimi 6km vertical con altrettanti 1000mt di dislivello.

Molti la chiamerebbero follia, io lo definisco uno spettacolo. 

Una gara del genere richiede, oltre una organizzazione logistica e tattica degna di una spedizione, anche il supporto obbligatorio per alcune fasi della gara.

Alessio, come leggerete in seguito, non è stato un supporto ma un angelo custode.

La partenza al sorgere del sole, al buio, è stato un momento magico, uno di quei momenti dove mentre stai aspettando il fischio dello start, pensi "è esattamente dove voglio stare in questo momento".

 

Anche di notte, il nuoto è una frazione dove sto completamente a mio agio. Un paio di atleti schizzano avanti aprendo la traiettoria e subito dopo ci sono io con un gruppetto di altre due atleti. 

Esco dall'acqua in 1h05', esattamente in linea con i miei tempi del nuoto su questa distanza, con un'ottima posizione. Mi aspettavo anche questo, perchè questo tipo di gare sono partecipate soprattutto da ciclisti forti che hanno tutto il tempo di recuperare quanto hanno perso nel nuoto.

Alessio mi attende in T1 e mi consiglia di mettere solo l'antivento senza manicotti: scelta azzeccatissima.

La parola d'ordine della frazione ciclistica era solo una: gestisci.

Sapevo che mi avrebbero ripreso in tanti ma dovevo sforzarmi di non seguirli e proseguire del mio passo, perchè sarebbe stato l'unico modo per finire degnamente una gara della quale prevedevo una durata di 18 ore circa. 

Prima fase abbastanza regolare, poi si entra dopo Assergi in un tratto di strada quasi sterrata, coin un cemento rovinato e le pendenze cominciano a salire.

Per fortuna dopo 5-6km ci rimmettiamo sulla strada principale, sempre in salita, ma sullo stesso percorso di chi sta affrontando la gara sulla mezza distanza, e incrociare altri atleti è sempre piacevole per il morale.

Quando arrivo al 55km comincia la salita verso Campo Imperatore, la vetta più alta della giornata.

Qui la salita comincia davvero a essere dura e col senno di poi avrei portato qualche dente in più ai miei rapporti.

Però proprio quando sto scollinando in vetta mi arriva una bella botta di morale: nonostante avessi gestito bene e andassi piano, verso la fine della salita ho ripreso un bel po' di ciclisti che mi avevano superato nei primi km.

  

Non che stessi facendo gara sugli altri (non è proprio il modo migliore di impostare l'EagleXMan), ma comunque una conferma che la gestione sta funzionando.

Da Campo Imperatore, al km 70, si prosegue per oltre 50km in discesa o falsopiano a scendere fino ad Ofena.

Qui siamo al km 130, siamo a mezzogiorno, il caldo comincia a picchiare senza tragua, e ci aspettano 40km ininterrotti di salita senza ombra attraverso Santo Stefano di Sessanio, Rocca Calascio, e di nuovo il bivio di Campo Imperatore: uno dei momenti chiave di tutta la gara.

Alessio si fa trovare fermo con la macchina di supporto ogni 2km, chiedendomi di cosa necessitatti al ristoro successivo, spostandosi velocemente di altri 2km e facendosi trovare pronto con quanto da me richiesto.

Ecco, ho scritto questo per farvi capire come ho impostato tatticamente questa salita di 40km, ma Alessio questa routine l'ha fatta per tutti i 180km della mia frazione.

Imposto un passo regolare, ci superiamo a vincenda con altri 3-4 atleti e poi li stacco.

Siamo a 3/4 della salita, il momento di massimo sforzo, sotto un sole a picco, ma sto benissimo.

Si avvicina Alessio con la macchina e michiede come va, e rispondo "Tienimi a freno, sto nel flow! Non sento più la fatica!"

Si mette a ridere e proseguiamo. 

L'ultimo pezzo è davvero fastidioso in aperta montagna con un violento vento contro, però sono gli ultimi km prima di una breve discesa che ci porta in T2.

Mentre preparo la transizione con l'abbigliamento da corsa, Alessio lascia la macchina e prende la MTB per seguirmi lungo l'ultima frazione. 

Check generale nel rpimo km di corsa: buono... tutto in ordine.

Ci sono subito 3km in discesa sterrata tra i campi e supero un atleta.

Poi 3km sempre in mezzo ai campi in falsopiano dove ne supero un altro.

Ora arriva la parte ripida, sempre sterrata, che porta al Santurario di S.Pietro Ienca, un luogo davvero suggestivo che conosco bene.

Decido di affrotnare questi 3km con una camminata veloce senza forzare più di tanto.

Scelta azzeccata, perchè dalla cima del Santuario c'è un tratto asfaltato di 4-5km in leggera discesa dove riesco a tenere un passo anche di 4'30", dove supero un altro atleta.


 Ultimo pezzo prima della fine del giro, di nuovo in salita, ma dentro un boschetto all'ombra, quasi piacevole. 

Anche qui prevalentemente proseguo con camminata veloce e ne supero un altro.

Alessio vede che sto bene e mi dice: "Ste io mi risparmierei tutto il pezzo sterrato di sotto dove si fa fatica anche con la MTB e ti aspetto al Santuario ok?".
Prima gli dico va bene, poi però gli confesso che mi sentirei più sicuro con lui al seguito.
So che è un pezzo tremendo per lui, dove in alcuni casi deve scendere dalla bici e spingerla a mano, però evidentemente qualcosa mi sentivo perchè a metà del secondo giro si spegne la luce.

Avevo piano piano allungato i tempi dell'alimentazione e idratazione perchè avevo lo stomaco che cominciava a borbottare e alla fine il conto è arrivato.

Faccio davvero fatica a proseguire sullo sterrato e i pezzi in cui cammino sono sempre più lunghi rispetto alla corsa.

Prendo a fatica un paio di gel, che accuso a livello intestinale ma mi permettono di recuperare un po' di forze, e infatti  dopo aver superato nuovamente il Santuario, in discesa riprendo un passo discreto.

Gestisco la salita del boschetto e mi ritrovo finalmente di nuovo in T2, pronto per il vertical finale.

Quando facciamo il controllo materiale, vediamo arrivare anche i nostri compagni di squadra Paolo, che sta gareggiando e Domenico il suo supporter.


L'idea di affrontare i 6km di vertical fianli insieme è una bella botta per il morale... finche Paolo non comincia a fare l'andatura.

Pensavo che la crisi fosse superata, invece sono ancora completamente disidratato.

Nonostante il primo km è dentro il bosco e sono le 19:30, continuo a sudare senza sosta e sto in affanno.

"Andate avanti da soli perchè vi rallento" dico, ma Paolo e Domenico insistono per andare su insieme.

Mi sforzo di prendere un altro gel, Paolo mi dà i suoi bastoncini, e mi metto io fare l'andatura col mio passo.

E grazie a Dio, al 2°km la crisi è passata.

Ora saliamo a buon passo, senza fermarci mai, godendoci anche il panorama.

Alessio controlla la classifica e ci dice che siamo noni.

Noni?

Top ten?

é una carica di adrenalina assurda. 

Al 3°km riprendiamo e superiamo un altro atleta.

E poi arriva il 4°km dove ci avevano avvisato che c'era un fontanile dove riprendere energie prima di quello che sarà il chilometro più duro.

Stiamo talmente bene che decidiamo di non fermarci enanche al fontanile e tiriamo dritti.

Effettivamente questo tratto è davvero impegnativo, ma lo affrontiamo con la consapevolezza che sarà l'ultima fatica.

Al 5° e ultimo km ci accoglie un fotografo ufficiale della gara.

Ci mettiamo in posa e ci godiamo il momento: è buio, i contorni dei monti sono accennato da un leggero bagliore e di sotto si vedono lontane le luci di paesi come se fossero parte di un presepe.

E' un momento speciale e ci prendiamo tutto il tempo per godercelo.

Accendiamo el lampade e affrontiamo l'ultimo km dove si alternano salite a tratti anche in dsicesa dove riprendiamo a correre.

E dopo la curva si vedono le luci e si sente la musica dell'arrivo.

La voce di Daddo che annuncia in distanza in nostri nomi riecheggia per tutto il costone.

Ci fermiamo, abbracciamo e passiamo la finishline tutti insieme.

Chiamatelo come vi pare: viaggio, gara, traguardo... va bene tutto, ma l'unica cosa che conta è che lassù, su quella montagna, ci abbiamo lasciato un pezzettino di cuore.

E, prima o poi, torneremo a riprendercelo.

Nessun commento:

Commenti

Related Posts with Thumbnails