Perchè quando sei un allenatore di triathlon, naturalmente ti arrivano le domande su sport-salute-alimentazione-medicina-politica-famenelmondo e qualsiasi altro argomento perchè sei un coach, sei un mentere e allora un parere dal coach va sempre bene.
E quindi, come potete immaginare, la fatidica domanda sui PASSI, segnati dall'orologio che vi hanno regalato, è d'obbligo, sia da parte di sedentari cronici che da atleti esperti.
Però capisco perfettamente il vizio. Perché i passi sono comodi: sono un numero. E noi amiamo i numeri. Ci danno l’illusione di controllare il caos.E allora cerchiamo di dare una risposta.
Prima cosa: le linee guida dell’attività fisica, di solito parlano in minuti, non in passi, perchè il passo è un fattore troppo variabile: falcata, velocità, salite, discese, se cammini da solo o se sei in gruppo e fai il classico “passo da chiacchiera” (che è più un trascinamento spirituale che una locomozione).
In generale, un’idea pratica ce l’abbiamo: una camminata “svelta” è spesso attorno a 100 passi al minuto. Tradotto: 20 minuti possono essere circa 2.000 passi.
E già qui si apre un mondo, perché 20 minuti fatti bene valgono più di 3.000 passi fatti male mentre giri per casa cercando il caricabatterie.
Tuttavia, se stai sotto i 4.000 passi al giorno, sei in zona “letargo”. E non è una medaglia.
Se vuoi stare meglio in generale, un target approssimativo sensato per molti è un range tra 7.500 – 10.000 passi.
Ma la parte più interessante è quella di non stare fermi per ore: spesso non serve fare l’eroe una volta al giorno, anche perchè se vi allenate regolarmente, tra allenamenti e vita quotidiana, spesso quei famosi 10.000 li superate senza neanche accorgertene.
Ok, adesso preparatevi alla banlatià del secolo: ogni 30–60 minuti che state seduti, alzatevi pere 5 minuti di camminata.
Grazie al cazzo direte, voi! Non mi serve un coach di triathlon per dirmi una cosa che dicono pure a Domenica In tra un ospite e l'altro.
Però è vero, vale più questo che il conteggio dei passi, e vi assicuro, è una cosa che trascura anche il 90% degli atleti che alleno, anche quelli forti.
Sì, anche io.
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