mercoledì 26 aprile 2017

E.M.O. Training (III parte): la giusta interpretazione del messaggio



Nel Team Panda diamo massima importanza alle sensazioni, su come impostare allenamenti e gare.
Gli attrezzi elettronici non ci piacciono particolarmente, sopratutto come metodo di allenamento.
Se volete approfondire il pensiero del Team Panda su questo argomento vi suggerisco di dare un'occhiata a cosa sia l'E.M.O. Training (I parte e II parte).

Sostanzialmente, basiamo i nostri allenamenti su tre sensazioni:

EASY (facile, o meglio moooooooolto facile)
MODERATE (uno sforzo di media intensità)
OVER (uno sforzo massimale, naturalmente relazionato alla distanza/tempo su cui è basato)

Ma i wattaggi?
E le zone cardiache?
Il passo/andatura?

Vanno bene... in alcune occasioni, per specifici obiettivi e in determinati momenti della periodizzazione.
Per tutto il resto (diciamo per l'80% dell'anno), se volete vi mostro quanto me ne frega.

Ok, allora perché non usare la scala di Borg?
Premesso che la ritengo una delle migliori metodologie di allenamento (non a caso è tutt'ora utilizzata da molti tra gli allenatori più vincenti in vari sport), il problema principale è l'interpretazione, da parte dell'atleta di ben 15 (quindici) valori di intensità.
Sono sfumature difficilmente applicabili da atleti che non abbiano già un'eccellente consapevolezza del proprio corpo.
E' proprio questo uno dei punti più importanti del rapporto coach/atleta: la giusta comprensione dell'allenamento.
A volte capita (anche a me naturalmente, nonostante faccia molta attenzione a questo aspetto) che il feedback sull'allenamento svolto dai miei ragazzi non sia aderente a quello proposto.
Soluzione: fatela facile.
Non complicate quello che già è semplice.
A me bastano 3 (tre intensità): EASY, MODERATE, OVER.
Tutto il resto potete darlo in pasto ai maiali.

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