E' chiaro che quel tentativo di Everesting, per quanto ci avesse regalato una giornata indimenticabile e ricca di emozioni, avesse lasciato a me, Walter, Alessio e Matteo una sensazione di qualcosa di non terminato.
Abitando lì vicino, mi capita spesso di salire a San Polo, e ogni volta, la mente si fermava su quei tornati.
Ci siamo più volte ripromessi di rifarlo, abbiamo in qualche occasione provato ad organizzarlo di nuovo, ma per la difficoltà di incastrarlo in un finale di stagione ricco di gare importanti, avevamo deciso di rimandarlo al prossimo.
E poi così, senza pensarci più di tanto, ho notato che tra sabato 16 e domenica 17 ottobre, non c'erano gare, non avevo allenamenti importanti e non erano in programma impegni familiari... che ci faccio con questo weekend?
Non avete bisogno della risposta.
Organizzo tutto sulla "salita di STEFANOLACARSTRONG", segmento di Strava che ha segnato la mia gloriosa carriera ciclistica (Breve storia di questa salita... inziialmente era il mio piccolo "regno", la salita per tornare a casa mia, dove in pratica potevo avere un KOM tranquillo. Con il tempo, vari amici che erano venuti a conoscenza di questo porto franco, sono venuti sfidarmi, e ci siamo tolti più volte reciprocamente il primato, attualmente detenuto da Giacomo).
Tentare l'Everesting su un tratto vicino casa, totalmente illuminato (oltre ad aver fatto tesori degli errori del primo tentativo e dei consigli di "Iron" Marco Accardo), sicuramente ha agevolato logisticamente l'organizzazione di ogni dettaglio.
Mi faccio due conti e penso (spero) di finirlo sulle 21 ore (stima esatta, visto che lo completerò in 20h52') e decido di cominciare alle 4 di mattina, per evitare le "ore pensanti" dall'1 alle 4.
(Vi ricordo le "regole" dell'Everesting: 8848mt di dislivello positivo da coprire in bici, sulla stessa salita, di seguito e senza dormire)
Sto coperto bene e pedalo tagliando i tempi morti (due errori imparati dal primo tentativo), mangio e bevo per quanto possibile sempre sulla bici, fino alle 8.30, quando Alessia mi porta un bella ciambella fritta con the caldo.
Nel frattempo arriva anche Alessio... è venuto esclusivamente per farmi compagnia ed alleviarmi per qualche ora dalla fatica, e i 2000mt di dislivello in sua compagnia volano fin troppo in fretta!
Vado avanti senza problemi fino alle 12.30 quando faccio una sosta per mangiare un po' di pasta.
Nel frattempo gli abitanti di zona cominciano a guardare perplessi questo tizio che ha già fatto fa su e giù per la salita un centinaio di volte.
Le mie ripetute sono scandite da alcuni appuntamenti dove mi concedo qualche pausa un po' più lunga, con qualche piccolo "regalino", un dolcetto, un caffè americano...
Quando arrivo ai 6000mt, il punto dove abbiamo interrotto la volta precedente, mi sento benissimo e mi illudo che ormai il più è fatto.
Naturalmente è una gran cazzata e lo sapevo benissimo, ma in qualche modo bisogna cercare di fregare la mente.
Alle 19 di nuovo un po' di pasta e si ricomincia con il buio.
Ai 7500 arriva un po' di botta: in realtà fisicamente sto benissimo e non ho alcun dolore (tranne alle mani in continua tensione per i freni nelle discese), ma i tempi delle soste cominciare a dilatarsi. Niente di che, 30 secondi di qua, un minuto di là, ma sul tempo totale, ripetuti centinaia di volte si faranno sentire: ormai si va avanti solo a RedBull e caffè!
Nelle ultime 10 salite invece, naturalmente, sparisce la fatica e torna tutta la forza del mondo.
L'ultima salita, l'arrivo, il completamento del mio Everesting, saranno in maniera totalmente diversa dall'IronMan: da solo, all'una di notte, sotto un cielo meravigliosamente blu e nel silenzio totale... non mi serve uno speaker o il pubblico che mi acclama, questa vittoria è tutta per me!
OK, FINO AD ORA ABBIAMO PARLATO DI CAZZATE, ADESSO LE COSE IMPORTANTI!
Il nostro primo tentativo di Everesting di giugno 2021, era nato e si è sviluppato per un motivo: raccogliere fondi per l'A.GE.PI.
Il mio Everesting, sebbene fatto a qualche mese di distanza, ne è la conseguenza e l'evoluzione, quindi, se avete apprezzato la mia fatica, sarebbe bello che possiate sostenere l'Associazione Gene Piga, che di fatica, VERA, ne fa ogni giorno!
Questa è stata la mia vera vittoria: "Grande Stefano! Abbiamo saputo dell'impresa. Franci non può farlo a voce ma questo è il suo bel sorriso per ringraziarti con tutto il cuore..."
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