venerdì 30 agosto 2013

I cazzàri di Varano

Il 22 settembre il team di Zona Cambio andrà al gran completo a gareggiare al Varano Lake Tri.
E' una gara su distanza "mezzo Ironman" e non si può improvvisare, va preparata bene.
Io lo sto facendo.
Dopo aver fatto il mio primo Ironman a Klagenfurt, ho continuato la preparazione durante l'estate per cercare di tirar fuori una buona gara.
Mi sto continuando ad allenare... e lo dico...

Poi ci sta una manica di buciardi e cazzari, che buttano le mani avanti...

Comincia Gian Carlo "Runner Blade"...


Prosegue Gianluca "Master"...

 
E alla fine ci si mette anche il buon Luigi "Magic"...

 
Sta a vedè che alla fine a Varano vinco io...
 
 

mercoledì 28 agosto 2013

Un caffè con Biancaneve

Ieri mattina, alle sei in punto sto per uscire da casa con la bici per andare alla stazione di Tivoli.
Mentre apro la prota però noto la ruota anteriore della bici a terra.
Non ho tempo di cambiare la camera d'aria e ci monto su la Mavic ad alto profilo che ho sulla bici da crono.
La giornata sembra proseguire tranquilla.
Appena esco dall'ufficio ho appuntamento con Lucaone per pedalare un po' insieme.
C'è un un sole tiepido che spunta dalle nuvole. Sembra una giornata ideale per pedalare.
Appena usciamo da Roma, comincia a piovere.
La pioggia si trasforma in diluvio.
Con Luca decidiamo di separare le strade, ognuno se ne torna il più velocemente possibile a casa.
Faccio un chilometro e... psssssssss
Buco.
La ruota anteriore.
No.
Non è vero.
Sto sulla "48", strada a scorrimento veloce senza l'ombra di un ponte o qualsiasi altra cosa dove ripararsi.
Pedalo a passo d'uomo, perchè con la ruota a terra il controllo è più che impossibile (ed i 5cm di acqua su cui pedalo non facilitano la cosa).
Zuppo fino alle ossa trovo una villetta isolata i bordi della strada.
C'è un tettino che copre il cancelletto di entrata e mi ficco là sotto.
Prendo la camera d'aria e...
Nooooo! Cazzo, stracazzo, stracazzaccio!
Nella fretta della mattina non ho preso la camera d'aria con la valvola da 80mm per l'alto profilo!
Panico.
Chiamo mio padre chiedendogli di venirmi a prendere.
Sta ad una ventina di chilometri, deve prima passare a casa mia per prendere la mia macchina che è abbastanza grande da ficcarci la bici e poi verrà a prendermi.
Mi rassegno all'idea che dovrò aspettare un'oretta bagnato.
In più c'è il fatto che mio padfre non conosce queste zone, ed infatti sbaglia strada.
Nel frattempo vedendo che la villetta ha una rimessa per la legna, suono al campanello.
Riponde una signora straniera che impietosita mi consente di ficcarmi sotto la legnaia.
Provo a sentire mio padre al telefono...che non funziona.
Non conoscerà queste zone ma perlomeno ho un padre multimediale WhatsAppato che diventa l'unico modo per comunicare...

A rileggere adesso questo dialogo non riesco a smettere di ridere, sembra estrapolato da un film di Totò e Peppino...


Sto fradicio e fermo da un'ora e sto congelando.
Siccome la signora si fida, ma solo fino ad un certo punto, decide di prepararmi un caffè per riscaldarmi, ma me lo passa comunque attraverso le sbarre della finestra...
E così mi ritrovo da solo, infreddolito, in attesa che mio padre trovi la strada, a prendere un caffè insieme a Biancaneve ed i nani che mi guardano compassionevoli sotto la tettoia...

lunedì 26 agosto 2013

Il momento di provare un Ironman (ovvero: ti do cinque anni)


Quando ho iniziato a fare triathlon, tre anni fa, nons apevo neanche cosa fosse l'Ironman.
Non sono uno di quelli che "ho il sogno di fare un Ironman e prima o poi lo farò".
Io volevo fare nuoto, bici e corsa, a prescindere dalle distanze.
Appena ho inizato ad intuire le distanze mostruose di un Ironman, sono stao, invece, uno di quelli che dicevano "l'Ironman? Assolutamento no! Non lo farò mai!"
"Ti do, al massimo, cinque anni" mi rispose il mio amico Roberto "e poi ci caschi pure tu".
Ha avuto ragione lui.
Me ne sono bastati tre.

giovedì 22 agosto 2013

Il più scarso del gruppo


 
Da ragazzino uscire in bici era sempre una festa (vabbè, lo è tuttora), nonostante foss il più scarso del gruppo.
Ricordo ancora la gioia dei pomeriggi quando mio padre tornava presto dal lavoro, ci preparavamo al volo e via ad incontrare gli altri per passare in compagnia qualche chilometro di fatica.
Anche se arrivavo sempre staccatissimo, pagherei oro per pedalare ancora con mio padre, mio zio e mio cugino.
Per una volta, forse, non arriverei più ultimo.
Invece, dei tizi qui sopra, uno s'è buttato in politica, di un altro ho perso le tracce, uno è convinto che appena poggia le chiappe sul sellino gli piglia un infarto ed un altro adesso pesa il doppio e le due ruote le usa solo col motore.
E l'ultimo a destra, convinto di essere un triatleta, si sceglie amici con cui pedalare sempre più forti di lui, continuando ad essere sempre, inesorabilmente, il più scarso del gruppo...

martedì 20 agosto 2013

Nuotare in piscina la settimana di ferragosto


Un solo armadietto aperto, il mio.
 
Allenarsi in piscina nella settimana di ferragosto è uno spettacolo.
Hai le corsie quasi tutte per te.
Soprattutto se ti alleni all'Aquaniene.
Quando vai a nuotare in un posto dove incroci abitualmente gente come Valerio Cleri, Luca Marin o Raoul Bova (vabbè, alcune persone citerebbero 'sti tre tizi in ordine inverso probabilmente...), a due passi dai Parioli e dove parcheggi la macchina solitamente tra la nuova Range Rover ed un'Audi V8, non puoi farti vedere in vasca la settimana di ferragosto.
La settimana di ferragosto, così come tutto il mese di agosto, devi stare in vacanza, altrimenti sei un "pulciaro".
E se non sei in vacanza comunque non vai in piscina, altrimenti gli altri ti vedono e pensano che sei un pulciaro perchè ad agosto stai ancora a Roma.
E se per caso vai in piscina specifichi subito che sei di passaggio tra due vacanze...
(Discorso reale di ieri):
"Sono tornata ieri dalla Florida - parlando in finto-sottovoce per far vedere che non vuoi ostentare le tue vacanze, ma abbastanza forte comunque perchè ti sentano tutti - ma questo finesettimana riparto per Copenaghen"
"Ah a me invece non toglietemi la montagna d'estate... certo dopo essere stata al mare in sardegna però!"
Meglio che non dica a nessuno che mi sono fatto solo 5 giorni a San Benedetto del Tronto, vedi mai che mi ritirano la tessera...
 

lunedì 19 agosto 2013

Mondiali di Atletica - Mosca 2013: considerazioni ed atlete più belle

La spedizione italiana avrà anche racimolato poco (più che poco, solamente l'argento della Straneo nella maratona) ma io ho visto tante buone prove.
Ci manca l'eccellenza, certo, ma c'erano anche tanti giovani che in ottica olimpiade potranno crescere molto.
Insomma, ho apprezzato  molto la politca di dare spazio ai ragazzi, anche se con risultati non sempre migliori di alcuni veterani (staffetta maschile 4x100 su tutti).
Adesso sarà compito loro ripagare la fiducia nei prossimi anni.
Il fenomeno di questi Mondiali è stata sicuramente Shelly-Ann Fraser Pryce, ormai dominatrice anche nei 200, mentre tra gli uomini il primo posto va all'ugandese Stephen Kiprotich, in grado di vincere in due anni la maratona alle Olimpiadi ed ai Mondiali.
Breve menzione per il salto in alto maschile, gara che da sempre mi ha affascinato e che finalmente sta tornando a livelli altissimi.
Unica nota dolente il pubblico.
A Mosca, in un mondiale dove la stessa Russia ha finito anche al primo posto del medagliere, mi sarei aspettato un'affluenza che rendesse maggior onore agli atleti in gara.

E per finire, come sempre, l'attesissima classifica delle migliori atlete "degne di nota"...


1 - English Gardner (100mt USA)


 






2 - Alessia Trost (salto in alto ITA)









3 - Marie-Laurence Jungfleisch (salto in alto GER)









4 - Marion Lotout (salto con l'asta FRA)








5 - Brianna Rollins (110mt ostacoli USA)

venerdì 16 agosto 2013

Ferragosto al Lago del Turano... e che non te la fai una nuotatina?

Giusto per non scordare niente, nella sacca con teli, asciugamani e giochi dei bimbi, ci avevo infilato anche i miei occhialetti.
Prima il bagno con i piccoletti, poi 10 minuti scarsi, giusto per bagnare le chiappe anche al Turano.
Da sponda a sponda (in un tratto abbastanza corto) e ritorno.
Dopo essere uscito sentiamo un rumore forte che aumenta...
...in 5 secondi, esattamente nel punto dove stavo nuotando, succede questo...


martedì 13 agosto 2013

In bici a Monte Livata


Monte Livata, o semplicemente Livata, soprattutto negli anni '80, era una meta fissa per gli inverni e e le estate della provincia di Roma.
Piste da sci ad un passo dalla capitale, baite e sentieri che sembrano un piccolo ritaglio delle Dolomiti.
Poi, negli anni, per vari motivi, ha perso visitatori ed appeal, svuotandosi sempre di più.
Un vero peccato.
Livata è un luogo stupendo, e per onorare la magia di questi posti, ed anche la sua famosa ascesa, domenica io e Lucaone (visto che con la gara podistica del giorno prima avevamo fatto poca salita...), abbia deciso di arrampicarci fino a quei 1400metri.

Partiamo da Tivoli verso Subiaco.
40km di falsopiano prima di attaccare la salita.
Lungo la strada incontriamo Domenico, che è un Ciclista di quelli veri e con la C maiuscola e gli chiediamo informazioni.
"I primi tre chilometri sono molto duri"
"Tipo?"
"Ste', sono molto duri..."
Con queste premesse da Subiaco giriamo verso il cartello che indica Livata.
Km zero dice la segnaletica.
Facciamo i primi tre chilometri quasi passeggiando.
Mi illudo che sia già iniziata la salita, ma so benissimo che non è vero.
Dopo tre chilomtri c'è il cartello di inizio della salita.
15% c'è scritto.
E così sarà per i primi tre chilometri.
C'è da morire, perchè se la pendenza è del 15% (come ricorda un cartello ad ogni chilometro), il garmin in alcuni brevi strappi segna dei picchi del 28%.
Ho paura che la bici mi si ribalti.
Non forzo neanche un metro, ho troppa paura, vado sempre su con 130 battiti.
Lucaone naturalmente mi stacca dopo il primo metro di salita.
Le macchine che passano mi guardano con compassione, ma per fortuna dopo questi famigerati tre chilometri la pendenza spiana.
Saranno altri otto chilometri più o meno al 6%, una passeggiata dopo quell'inferno.
Tuttavia decido comunque di non aumentare il ritmo.
Andando su col mio passetto arrivo fino a due chilometri dello scollinamento, quando vedo Lucaone, che è tornato indietro per accompagnarmi negli ultimi duemila metri.
Come sempre, una volta in cima, tra prati e faggi, la fatica è scomparsa.
E rimane quell'ebete sorriso da impresa eroica che, dopo ogni pedalata, ci illudiamo di aver conquistato.



 

lunedì 12 agosto 2013

Corri tra vie e vicoli a Ciciliano 2013: podistica di 9km

Una corsetta per ricominciare con qualche podistica...
Alla faccia della corsetta...
Nove chilometri scarsi, è vero, ma senza neanche un metro di pianura.
Tipica gara di paese, ambiente rilassato e festaiolo e non troppa gente, proprio come piace a me.
Si corre alle 18,30 col fresco.
L'ambulanza prevista si scassa e ritarda mezzora, si parte alle 19.
Con me c'è Lucaone, che si è scordato i pantaloncini per correre e si presenta alla partenza con i bermuda.
In prima fila si imbucano i ragazzini del paese che al "via" schizzano a bomba.
Si scende in picchiata per due chilometri, poi si fa qualche centinaio di metri in mezzo al bosco e poi si risale per altri due chilometri lungo i borghi di Ciciliano con pendenze tremende.
Tutto da ripetere due volte.
Il primo giro cerco di gestire ma la velocità è quella che è.
Dopo i primi chilometri di assestamento le posizioni rimangono abbastanza definite.
Mi affianca Antonio, veterano degli ultratrail.
Chiacchierando (lui, io ansimo) scopriamo di avere qualche amico in comune ed in compagnia la sofferenza di quelle pendenze passa velocemente.
Negli ultimi strappi vado un po' in affanno ma Antonio decide di aspettarmi e finire insieme, un gran bell'aiuto per me!
Ultimo chilometro, entriamo nel paese, vicoli e vicoletti strettissimi.
Sbucando da uno ci ritroviamo in mezzo ad un matrimonio e siamo costretti a fare lo slalom per non abbattere nessuno.
Qualcuno ne ha abbattuto invece Lucaone, che si è fatto tutta la gara in prima posizione.
Vincere una gara in bermuda è uno schiaffo alla scarsezza di tutti gli altri concorrenti.
La prossima gara viene a farla con le infradito.
Io chiudo in settima posizione.
Settimo assoluto.
E quando mi ricapita?
Bella roba eh!
 


 

 

mercoledì 7 agosto 2013

"E che fai, non la fai?"

 
Dopo aver fatto tanta crono per preparare l'Ironman di Klagenfurt, comincio ad avere la necessità di tornare a fare un po' di salite.
Ieri, tornando dall'ufficio (alle 2 di pomeriggio con 38° gradi naturalmente), ho voluto provare una strada che non conoscevo.
Ho tagliato dalla Salaria verso Palombara, attraversando le stupende campagne della Sabina.
Ad un certo punto ho incrociato un cartello che indicava una strada al 18% per salire verso Palombara.
"E che fai, non la fai?" mi sono detto...
Per la prima volta sono stato tentato di mettere il piede a terra.
Ma alla fine ho zigzagato e sono sopravvissuto fino allo scollinamento, finendo felice come un bambino.
E per festeggiare ho deciso di tornare a casa allungando per San Polo, e godendomi un'altra bella salita di 8km.
Vediamo che altro vado a scovare in settimana...
 
 

martedì 6 agosto 2013

Mondiali di Nuoto -Barcellona 2013: considerazioni e nuotatrici più belle

Ascoltando i commenti relativi alle prestazioni dei nuotatori italiani in questi Mondiali si è parlato sempre di sfortuna...

Sfortuna per aver perso la medaglia per tre centesimi, sfortuna per essere partiti qualche centesimo prima dal blocco di partenza...

Non stiamo facendo una maratona, nel nuoto i distacchi sono questi!

Se parti dal blocco prima e ti squalifcano è un errore tecnico, non sfortuna.
Se arrivi a tre centesimi dal podio, il terzo è andato più forte di te, non è sfortuna...

E poi perchè cercare giustificazioni?
Sono convinto che allenatori ed atleti abbiano dato tutti il massimo.
E' così difficile accettare (o ammettere) che qualcuno, quest'anno, possa essere più forte di te?


Mancando la mia preferita Kathleen Hersey, ecco la mia classifica delle nuotatrici maggiormente degne di nota:

1 - Zsuzsanna Jakobos











2 - Ranomi Komowidjojo







3 - Stephanie Rice








4 - Missy Franklin








5 - Camille Muffat

lunedì 5 agosto 2013

Un caffè a Subiaco


Una volta avevo creato una rubrica chiama "il Gambero Rosa" dove recensivo i bar dove mi fermavo a prendere un caffè durante le mie pedalate.
In particolare le valutazioni erano riferite ad atmosfera (e comodità per il ciclista) e bontà del caffè.
La rubrica è un po' passata nel dimenticatoio (almeno per ora), però il caffè di ieri merita un richiamo...

Pedalatina di prima mattina con Fra Martino e Dario della Temple Bike di Tivoli.
Tivoli - Subiaco e ritorno, un'ottantina di chilometri facili ma tirando ogni tanto.
Arrivati a Subiaco, Fra Martino, invece del "solito" bar, mi porta a questo dall'altro lato della strada...

Divanetti fuori con ragazzi che portano il caffè anche fuori per i ciclisti e rastrelliera nel cortile del bar.

Probabilmente al nord saranno abituati a queste "comodità", ma per me è stata davvero una piacevole sorpresa.

Date ad un ciclista una bella salita ed un buon caffè in cima e sarà felice per tutto il giorno!




 

sabato 3 agosto 2013

Best of the Month [Luglio 2013]

Triathleta del Mese
Molli Serrano

di Christian "Mac" Ferretti
 
Il mese di luglio ci porterà in Florida, e più precisamente a Plantation, una cittadina di media grandezza, gli americani direbbero forse piccola, con i suoi novantamila circa abitanti, sull'asse di quelle località più note che rispondono ai nomi di Ft. Lauderdale a Nord, e Miami a Sud, uno di quei posti da cartolina e serie tv, il cui motto molto U.S.A. è "The grass is greener". Ma non resteremo lì, ci sposteremo in un'altra località da favola, quella Kona, Hawaii, che non ha bisogno di presentazioni in una comunità di triatleti. Nel mezzo però, e alla fine, andremo anche in posti meno ambiti e ricercati, in corsie di ospedale, centri chemioterapici e sale operatorie. Perché sarà anche vero che a Plantation l'erba è più verde, ma il cancro non guarda i colori, né si preoccupa di quanti figli possa avere chi colpisce. Nel 2011, purtroppo, toccò a Molli Serrano, la nostra atleta del mese di giugno. Bionda che più bionda non si può, fisico asciutto e nervoso, nonostante la doppia gravidanza che la portò ad avere, nove anni fa, una splendida coppia di gemelli. Un marito devoto, Juan, e la tenacia che la porta ad essere considerata una delle migliori age grouper americane sulla lunga distanza. Insomma, la classica famiglia americana degli spot dei cereali. Fino al 2011. Un mese prima del suo quarto Ironman, a Klagenfurt, e dopo aver sfiorato anche in occasioni precedenti la qualifica per le Hawaii, un amico la convince che quei continui dolori allo stomaco non sono normali, ha bisogno di esami, di andare a fondo. La diagnosi è impietosa: cancro al pancreas, uno di quelli che, come ci dicono le fredde cifre, lascia meno speranze in assoluto. Il 20 %, viene detto a Molli. Ma lei è tosta: è arrivata al triathlon sulla scia del marito, ma ben presto è stato il marito a doversi accodare a lei. Ogni mattina allenamento, sveglia presto e via, certo il clima della Florida aiuta, ma - non lo scopro certo io -ci va una bella dose di costanza e forza d'animo, specie se si hanno figli piccoli. Forza d'animo che Molli non perde, decide subito che la malattia non l'avrà vinta, almeno non sulle sue abitudini. Ed è così, davvero incredibilmente: il 28 giugno 2011, giorno del settimo compleanno dei figli, va sotto i ferri. Le asportano metà del pancreas, metà dello stomaco, la colecisti e per buona misura anche una porzione di intestino. Due settimane dopo, è in bici. Ad ottobre dell'anno dopo, corre il "livelong Event" in Florida, una gara in bici di un centinaio circa di chilometri. Nel mezzo, però, salta ovviamente Klagenfurt, e con quello anche il sogno della qualifica alle Hawaii. Ma ecco che la buona sorte, la favola, il marketing, decidete voi, ci mettono lo zampino: invia un video di novanta secondi per un concorso indetto da WTC, per cui chi concorre deve declinare il suo personale significato del motto di ferro, "Anything is possible". Ed ecco che arriva la chiamata: Molli vince il suo slot a Kona, certo non passando dalla porta principale, ma chi se ne frega, date le circostanze. Ed ecco l'ennesimo scatto, l'ennesima dimostrazione di forza di volontà e coraggio. Non si contenta di fare il viaggio, di prendere magari simbolicamente il via per poi fermarsi. No, Molli, no. Molli si allena, esce in bici con la sacca per l'infusione dei chemioterapici infilata nella tasca della maglietta, si allena duro: 400-500 km in bici, 40-50 di corsa, e una ventina a nuoto. A settimana. Juan dice che mentre i medici curavano il suo corpo, l'allenamento cura la sua anima. E Molli ce la fa. Indossa un body viola, simbolo della lotta al cancro del pancreas, e un braccialetto con il motto "Prendere a calci il cancro con una volontà di Ferro -Iron Will - forza, fede e amore". E taglia la finish line di Kona, nel 2012, con un tempo che le vale il quarantanovesimo posto nella categoria 35-39, non proprio una categoria poco affollata. E con un buon tempo, 11 ore 39 minuti e 38 secondi, ben al di sotto delle preventivate 12 ore. Nel mezzo, un'apparizione in tv a "Today", che le vale un pizzico di fama e molti messaggi di sostegno, ed altri di ringraziamento, per l'esempio. Si schernisce, Molli. Non si sente una fonte di ispirazione, dice che è solo una persona che fa quello che le piace fare, e che si rifiuta di smettere di farlo quando una situazione avversa si presenta e potrebbe impedirglielo.
Ma questa non è la classica storia americana, anche se ne potrebbero certo fare un film, e magari qualcuno ci sta anche pensando. Non lo è perché manca il lieto fine: il 15 luglio, pochi giorni fa, Molli deve cedere, l'80% contro il suo 20, non lasciavano molte speranze e non sempre accadono i miracoli. Molli lascia Juan e i due gemelli Nicholas e Isabella, ma lascia anche un'eredità alla comunità dei triatleti, la voglia di vivere, la forza e la volontà possono portare distante, e regalare giorni felici anche mentre si affronta una terribile malattia. Ciao, Molli, e se c'è un Lassù, ecco da lì non ti arrabbiare se ogni tanto pensiamo a te e ne ricaviamo ispirazione.

 
 
Disco del Mese
 
 
 

Stavolta concedete l'autoreferenza. Il post del mese, anzi, i post, del mese, sono quelli dei 5 ragazzi di Zona Cambio (io, Master, Luigi, RunnerBlade e Pietro) che hanno partecipato all'Ironman di Klagenfurt.
Cliccando qui trovate la lista di tutti e 5 i racconti!
 
 


giovedì 1 agosto 2013

L'Ironman agli occhi della gente


Quando un tuo amico di vecchia data (già ciclista), alla notizia che ha partecipato ad un Ironman, prima di farti i complimenti, ti chiede se ti sei dopato, mi immagino cosa possa pensare chi vede il triathlon "da fuori"...

In realtà sono un esempio (uno dei tanti, comunque) di come si possa finire un Ironman decentemente, divertendosi anche, senza assumere dalla preprarazione alla gara niente di niente, neanche amminoacidi o integratori.

Ma non toglietemi pasta e pizza, altrimenti divento matto!

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