lunedì 16 aprile 2018

Il mio Challenge Roma 2018 e quel bel sorriso stampato in faccia



Quando ti senti bene e forte sai che tutto andrà per il meglio.
Ieri non mi interessava se avesse fatto freddo, piogga o se l'acqua fosse stata ghiacciata.
Ok, forse di quello un po' avevo pausa, ma ho visto che nello sprint del giorno prima sono sopravvissuti tutti...
Comunque, dopo aver preso qualche goccia di pioggia terra, prima dell'inizio della gara, 10 minuti primo dello start non piove più e si placa anche il vento.
Tutto perfetto.

Appena metto i piedi nell'acqua capisco che le mie preoccupazioni erano esagerate.
L'acqua è freddina ma nuotabilissima.
Qualche bracciata a testa alta per rompere il fiato e poi giù a cercare subito il ritmo.
L'impatto con il viso è un bello schiaffo ma  riesco da subito a prendere il mio passo.
L'anno scorso ho chiuso con ottime sensazioni in acque aperte e per fortuna da lì riparto.
Il mare è piattissimo, nonostante le nuvole c'è buona visibilità e si riesce ad impostare facilmente una buona traiettoria.
Sempre regolare, mai in affanno, la prima parte di gara nuoto praticamente da solo, ma a metà gara mi ritrovo con altri due ragazzi e di lì andremo con un bel passo costante fino all'uscita.
Distanza decisamente precisa di 1950mt esco in 29' e rotti... quello che mi aspettavo.



In T1 combino un po' di casini, prima penso di mettermi i calzini anche per la bici, poi cambio idea e me li tolgo, appena monto i sella mi accorgo che ho fatto un casino con il garmin che mi stava già segnando la seconda transizione.
Vabbè, smàchino un po' con l'orologio e lo faccio ripartire dalla frazione bici.

La seconda frazione, come annunciato non ha alcuna asperità.
Tre giri di totale piattone da fare fissi sulle prolunghe.
Un po' noiosi per chi ama arrampicarsi, ma una manna per gli specialisti delle crono...
...e per chi ha bisogno di esaltarsi con grandi medie!
Qui si ripresenta la stessa situazione del nuoto.
Prima parte totalmente da solo, nella seconda parte vengo raggiunto e superato da Federico "ironflyby", distanziato da un tizio straniero.
Dopo averli fatti scorrere avanti e tenuti a distanza anti-draft, li uso come riferimento per tenere il mio passo.
Si viaggia a velocità molto alte per un mezzo ironman, e in considerazione di un percorso tagliato per esigenze non preventivate a 77km, chiudo la frazione in poco più di due ore con 36kmh di media.

Anche quando comincio a correre le sensazioni sono molto buone.
Cerci di non guardare il passo ma concentrarmi sulle sensazioni della mia corsa e dopo un paio di chilometri riesco a prendere il giusto ritmo.
Il percorso, anche qui totalmente piatto, è stato disegnato in modo da passare più volte davanti ad amici e sostenitori.
Uno spettacolo quando la sofferenza comincia ad affacciarsi.
Ci sono tutti, prima vedo Alessia, poi Maria Pia che urlerà a squarciagola per tutti i 20km, subito dopo Carlo e Lollo in trasferta da Torino, e piano piano tutti gli altri ragazzi del Team Panda che hanno gareggiato ieri o che sono presenti per tifare.



Piano piano il percorso si riempi di tutti gli atleti che hanno completato la parte ciclistica, ed ogni occasione è buona per scambiare un incitamento con Walter "pescecane", una risata con Andrea, una chiacchierata al volo con Marco e un urlo con Giuseppe (acciaioooooo). Quando incrocio Silvia "Norvasc" non ho più fiato per strillare ma vedo che sta correndo alla grande ( infatte chiuderà terza di categoria).
Un chilometro prima dell'arrivo controllo se è tutto ok e allungo un po' il passo.
Non ho nessuno avanti o dietro, giusto per me, perché così è più bello.
E bellissimo sarà infatti il mio arrivo (4h14'04"), con Alessia che qualche metro prima del traguardo mi passa il cappellino da panda, per la mia breve passerella finale.
Poca roba, forse, ma quanto basta per tornare a casa con un bel sorriso stampato in faccia!


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