lunedì 10 gennaio 2022

La motivazione per allenarsi

 

La fine delle vacanze è sempre un momento delicato per il morale.

Di conseguenza, mi sono chiesto quali aspetti potessero incidere positivamente o meno sul morale degli atleti nella ricerca della giusta motivazione.

Per questo, grazie sempre al prezioso aiuto di amici allenatori, ho raccolto i dati di 70 atleti amatori per un sondaggio che mi aiutasse a comprendere alcune caratteristiche per sfruttare al meglio una potenziale spinta in più.

Tra i dati più interessanti emersi ve li riassumo qui:

  • La maggiorparte degli atleti (47%) preferisce allenarsi la mattina presto.
  • Il 75% durante gli allenamenti all'aperto preferisce non ascoltare musica, mentre proprio la musica, con il 53%, è l'intrattenimento preferito per gli allenamenti indoor.
  • Oltre il 75% dà una importante rilevanza agli stimoli motivazionali durante il corso della giornata, per affrontare meglio gli allenamenti.
  • La ricerca di stimoli motivati è egualmente ripartita tra eventi sportivi in diretta, "pillole" motivazionali e racconti di atleti famosi e trailer sportivi.
  • Tra gli atleti famosi più influenti sotto il punto di vista motivazionale (risposta libera), c'è al primo posto Alex Zanardi, seguito da Federica Pellegrini. Tra i triathleti Frodeno, McCormack, Sanders e Lucy Charles.
  • L'utilizzo dei social (in condivisione ed osservazione degli altri) come fonte di discussione utile per la motivazione sostanzialmente è apprezzata in maniera parziale (3 su scala di 5), ma vi sono molti più atleti che danno una minima importanza rispetto a chi li considera importantissimi.
  • La motivazione "interna" maggiore che ci spinge ad allenarci è quella del mantenimento del benessere psicofisico (46%), seguita dal miglioramento della propria prestazione (33%), minima parte invece quella di battere un amico/rivale.
  • Come spinta motivazionale da parte del proprio coach, gli atleti preferiscono gli incitamenti a raggiungere l'obiettivo (57%), ma è altrettanto rilevante la richiesta di non accontentarsi e fare meglio (37%).
  • La presenza di un motivational coach esterno è considerata utile dal 50%, mentre il 47% prefeririebbe che la motivazione arrivasse dallo stesso allenatore.
  • Come tecnica di automotivazione durante la gara, ognuno ha una propria routine, mentre sono in molti che non utilizzano alcun metodo.

ANALISI

E' chiaro che per gli atleti la motivazione aggiunge una ulteriore carica per eseguire in maniera più convinta i proprio allenamenti.

La musica è considerata un rilevante fattore di motivazione per gli allenamenti indoor, come PandaLab abbiamo creato una serie di playlist adatte che potete trovare qui. 

La condivisione degli allenamenti non è vista particolarmente interessante come motivazione, sebbene, di fatto, sui social c'è sempre una grande quantità di allenamenti e risultati condivisi. Probabilmente, c'è quasi un po' di vergogna nell'ammettere (anche a se stessi) che una cosa frivola possa servire.

Sarei curioso di sapere la motivazione "interna" di atleti professionisti che spesso hanno indicato come mtoivazione migliore quella di "non voler perdere". Nel nostro sondaggio invece l'aspetto della sfida è all'ultimo posto. Altrettanto interessante sarebbe sapere se, in fondo, un atleta amatore preferirebbe fare una prestazione scadente ma battere un rivale, ovvero segnare un personal best ma perdendo la sfida con lo stesso rivale.

Come messaggio dal proprio coach è interessante notare che quasi nessuno vuole ricevere un giudizio gratificante (es. "sei stato bravissimo!") ma preferiscono un stimolo a raggiungere l'obiettivo o a migliorarsi sempre.

Solo il 3% ritiene inutile la figura di un motivational coach, mentre pressoche la totalità degli atletie la considera improtante sia come esterno che come stesso allenatore.

Spero che questo sondaggio possa essere utile agli allenatori (a chiunque fosse interessato, posso naturalmente trasmettergli i dati completi del sondaggio).

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