giovedì 17 novembre 2011

Agonismo, perchè no? (o perchè sì...)

Ho incominciato a fare nuoto quando avevo 5 anni e l'ho continuato per 16 anni.
Ma sempre così, a cazzo.
A 7 -8 anni sapevo già fare tutti gli stili.
Poi ho continuato afare nuoto libero, quello che nuoti quando e quanto ti pare.
Così, di inerzia, senza sapere il perchè.
Un paio di mesi fa (!!!) i miei mi hanno detto che in effetti gli istruttori di nuoto quando avevo 7 anni dissero che ero pronto per fare il nuoto agonistico ma i miei non hanno mai avuto un gran considerazione dell'agonismo e, soprattutto, non vollero sacrificare la domenica (unico giorno di risposo) per portarmi a Roma (dove lavorano facendo i pendolari da Tivoli gli altri giorni) dove si tenevano gli allenamenti.
All'inizio ho avuto una di quelle reazioni tipo bimbo che viene a sapere che il padre non è quello naturale..."Ma come...mi avete tenuto questo segreto per tutti questi anni! E poi scusa potevate almeno interprellarmi!".
Poi penso che in realtà sarei stato ugualmente scarsissimo e sul fatto di interpellare un bambino di 6 anni sull'opportunità di intraprendere la via agonistica, beh... sarebbe stato un po' come interpellare Nicole Minetti sulle questioni amministrative della Regione Lombardia...
...più o meno...
Comunque, da un paio di anni mia figlia fa nuoto, per adesso sguazza con la tavoletta e fa lo stile "a stellina" ma prima o poi si presenterà anche a me questa scelta (anche se adesso il corso di nuoto agonistico si svolge tutto a Tivoli), e lo stesso discorso accadrà con mio figlio quando crescerà.
Dovrò far loro vivere l'esperienza sportiva con spirito agonistico o cazzarone?
Pur essendo scarso nel triathlon, adoro le gare, molto più degli allenamenti, e godo troppo quando negli ultimi 300mt riesco a superare gli altri scarsi che mi stanno davanti.
D'altra parte sento gente che fa agonismo da una vita che arriva alle gare compeltamente scarica senza più lo spirito di (anche) divertirsi.
Voi che ne pensate?

24 commenti:

Semper Adamas ha detto...

incoraggiali a fare sport, tenendo d'occhio anche le loro caratteristiche e attitudini (c'è gente che ha lo spirito agonistico di una cozza, senza nulla togliere alla cozza, per carità).
il tempo poi deciderà se sono persone destinate all'agonismo o allo sport finalizzato al divertimento. in ogni caso, avranno avuto le basi per poter scegliere quando saranno già un po' più in grado di farlo, ovvero nell'adolescenza.
i campioncini con mamma e papà esaltati al seguito mi fanno un po' tristezza..
questo è il mio pensiero :D

Anonimo ha detto...

Io quoto il commento sopra e in linea generale lascerai decidere a loro,solitamente quella dell'agonismo è una strada che si delinea abbastanza spontaneamente a seconda anche dell'attitudine o meno. La cosa fondamentale è che finchè sono piccoli vivano lo sport come divertimento e non come possibile stress, cosa che a volte l'agonismo crea. Hanno già la scuola che crea stress, perchè aggiungerne di ulteriore se non è loro spontaneo desiderio cimentarsi nell'agonismo? Fagli fare sport, fagli cambiare sport se vedi che lo vivono come obbligo e non come piacere e per il resto lascia che le cose vadano da sè. Magari non faranno agonismo sportivo ma si cimenteranno di più col pianoforte, o con la danza, o chissà con cos'altro. Dai sostegno alle loro attitudini, questa è la cosa più bella e altruistica che puoi afre per loro. Carla Lisa, educatrice

Oliver ha detto...

Io sono un agonista, ma ritengo (e come potrebbe essere altrimenti) in senso buono. Nel senso che mi piace competere per dare il meglio di me, ma riconoscendo sempre e comunque il valore dei miei avversari. E finita la gara finisce tutto.
Io vedo più deleteri i genitori dell'agonismo, quando cercano con ogni mezzo e poca obbiettività il successo dei figli. O meglio, proiettano su di loro quello che non sono riusciti a fare. Con i giusti criteri vedo lo sport e l'agonismo come validissime guide, e anche più divertenti e stimolanti del nuoto libero. Poi sai, come hanno scritto sopra, a tua figlia deve piacere, in fondo è lei che nuota no?

Paolo Isola ha detto...

A me piace l'agonismo da novembre ad aprile quando le giornate per andare al mare (la mia vera passione) sono poche. Durante la bella stagione preferisco il mare, tant'è che quando ho gareggiato il 23 ottobre, bellissima giornata da mare, mi sentivo depresso, meno male che ho vinto la coppa come primo dei "non tesserati" nella "non competitiva" dove mi sono classificato 3° assoluto, perchè mi stava venendo una brutta depressione.
Per quanto riguarda i tuoi figli penso che sia giusto che siano loro a decidere, io sono di idee liberali e democratiche e perciò ritengo che sia il figlio a dover decidere di fare sport a livello agonistico e non il padre o la madre che debba decidere per lui, al massimo si può dare un consiglio.

ElenaSole ha detto...

Decideranno loro, e l'unica cosa da fare quale genitore sarà fargli capire cos'è la libertà e la responsabilità di certe scelte. Lo sport aiuta tanto nel contraddistinguere questi valori che sono essenziali per la crescita di qualsiasi essere.

Giuseppe ha detto...

Quoto Carla Lisa, l'attitudine di un giovane all'agonismo non può essere una fantasia e se un giorno potesse essere realtà ben venga.

theyogi ha detto...

l'attitudine è importante, ma troppo spesso viene sottovalutata per assecondare i genitori o seguire una moda, salvo poi pentirsene quando siamo diversamente giovani.....

theyogi ha detto...

salvo poi *ricordarsene*, intendevo.... ;)

IronGuzzo ha detto...

AGONISMO, senza pensarci! poi al max quando sarà più grande lo mollerà lei se si rompe le balle.
Io dai 4 anni ai 18 agonista nel pattinaggio, poi sono esploso... ho ripreso con l'agonismo cambiando 3 sport, dal volley, al calcio a 5, infine il triathlon... la gara è sempre la gara, ti insegna tantissime cose utili anche x la vita di tutti i giorni!

GIAN CARLO ha detto...

Agonismo consapevole.
Nei giovanissimi va smorzato perchè non sapendolo gestire rischiano di andare fuori di testa... nei grandi(specie se sufficientemente maturi) puo' essere valido stimolo contro la pigrizia da vita routinante.

Alice dalla nascita ha detto...

Secondo me l'importante è che i ragazzi si divertano. Anche a me fanno tristezza i genitori che proiettano le loro frustazioni o i loro rimpianti sui figli. Mio figlio gioca a basket e, a 11 anni, tre allenamenti e una partita sono già un impegno, ma è fattibile. Chi fa nuoto agonistico, invece, si allena tutti i giorni o quasi più le gare. Secondo me è un po' troppo. Il non plus ultra è un compagno di squadra di basket che fa anche nuoto agonistico! Lo vedo male! E i genitori sono del tipo: macchina fotografica o videocamera sempre in funzione.

Marco ha detto...

fagli fare quello che vuole.....

stefanoSTRONG ha detto...

sicuramente non sono per l'agonismo esasperato, anche se su questo punto la cosa è un po' bizzarra. I tanto odiati (anche da me) genitori che incitano il figlio anche negli allenamenti come se fosse una finale olimpica e battagliano con gli altri genitori durante le gare sono un po' come gli elettori di berlusconi. Tutti li criticano (sul treno pare sia l'argomento preferito) ma alla fine sono la maggioranza. E' vero che delle eprsone che conosco ormai lo vota solo mia nonna, ma cazzo, mica avrà un elettorato esclusivamente di ultresettantenni!
Dunque, tali categorie di persone apaprtengono alla classe "ce so ma non me ne accorgo?" ovvero "ce so ma non ce lo so?"...

Calzino ha detto...

Non tenerli all'oscuro come fecero con te. Ma non insistere nemmeno. Ricordiamoci sempre che, seppur piccoli, sono persone al 100% e la scelta è loro.
Detto questo... W IL DIVANO!!!! ;)

Paolo ha detto...

Personalmente credo che la verità e la scelta migliore stiano nel mezzo.

L'agonismo ti insegna una quantità enorme di cose che ti torneranno utili nella vita. La disciplina (anche e soprattutto verso se stessi), il saper lavorare per un obiettivo e fare in modo di centrarlo. Il senso di rispetto per le regole e per chi ti sta intorno. Se è uno sport di squadra ti insegna l'importanza di far parte di un gruppo, pur conservando la tua individualità. Ti insegna a curare il tuo corpo, a conoscerlo e sentire come reagisce in situazioni diverse. Ti insegna a conoscere il gusto bellissimo di una vittoria, e quello amaro della sconfitta. Occorre provarli fin da subito, credo. Per me chi ha fatto sport agonistico ha sempre una marcia in più da adulto.

Però, perché sai che conosco il mondo delle piscine e di però ce ne sono molti:
Troppo spesso l'agonismo è esasperato, e il ragazzo a 11 anni viene considerato vecchio se non ha certi tempi tra le braccia. Una monotonia nel gesto (specie nel nuoto) ti può dare problemi fisici oltre che di noia e spesso di chiusura in se stessi. Se ti viene insegnato che conta solo vincere non va bene. A volte ti viene insegnato a barare, pur di vincere (il mio allenatore lo faceva regolarmente. Avevo 10 anni e fortunatamente ciò che mi insegnavano i miei genitori valeva più di quello che diceva lui). Il fine giustifica i mezzi è una delle frasi più abusate in una piscina, così come su un qualsiasi campo di diversi sport.

Ti direi senza dubbio agonismo sì, ma stando sempre molto attenti ai feed back dei piccoli. Se piange una, due, tre volte ci può stare e gli insegni che si accettano anche le situazioni che non ci piacciono. Se piange un mese intero e ha paura anche solo di mettere un costume, be', non è la sua strada, evidentemente.

Prediligerei gli sport di squadra, sinceramente, insegnano di più a stare in società. E poi differenziare. vuole provare il ping pong? Ok. La danza? Ok. Il paracadutismo? Be', se riesci ad accompagnarla, ok anche lì, eheheh!
Insomma hai capito.
Agonismo sì ma con intelligenza e rispetto dei tuoi figli.

icuginichecorrono ha detto...

Ciao sono uno dei cugini che hai incontrato alla Turin Marathon,anche se io quella mattina non c'ero piacere di conoscerti qui.
Se la strada e' quella dell'agonismo gli si aprirà da sola,ed ovviamente il genitore deve incoraggiare il figlio all'attività sportiva sempre,agonistica e non.
Poi l'importante è divertirsi sempre,non come capita a volte di vedere certi calciatori di serie A,non avere un briciolo di entusiasmo,pur guadagnando milioni ed essere super privilegiati.

Unknown ha detto...

race forever!
non ho figli e tante cose non le so
però se ne avessi gli farei provare la gioia di gareggiare e rimarrei in "ascolto attivo" per capire se si divertono, se sta diventando uno stress...
alla fine deve essere una passione dei cuccioli e non di mamma e papà
un maestro di sci mi raccontava che suo figlio era piuttosto bravino sugli sci e il padre sognava di farlo diventare un campione e il figlio per reazione (adolescenziale) e per fare un dispetto al padre per qualche motivo, ad un certo punto ha mollato tutto e non ha voluto più saperne di andare in montagna

stefanoSTRONG ha detto...

ciao vito,il piacere è mio ma...
non ho capito una cosa, se tu non c'eri quella mattina alla Turin Marathon, ed io non ricordo di esserci stato, ma allora, chi cazzo si è incotnrato lì?!?!!?

papà ha detto...

Sai che amo gli sport solitari, quelli nei quali ti batti contro te stesso, contro le tue stanchezze, la tua pigrizia, le tue paure.
Per questo, credo, t'ho invitato ad amare la montagna estiva dove chi è più scarso di te non si supera ma, semmai, si aiuta. La meritocrazia non mi piace neanche, soprattutto, nello sport individuale. Forse l'agonismo ha un senso nello sport di squadra, quando favorisce comunque una solidarietà con i compagni. Ma i figli sono tuoi ed è giusto che sia tu ad aiutarli a decidere, non a decidere per loro.
Infine, caro figliolo, io conosco (ma non pratico) il nuoto libero, quello a rana,quello a farfalla, quello a delfino ma quello a ca... no. Sarebbe interessante quale sapere quale arto provoca, in questo bizzarro stile, il progredire in acqua.

stefanoSTRONG ha detto...

per un attimo pesnavo che mi stessi dando una risposta seria...
comunque, la passione per la montagna ESTIVA me l'hai trasmessa e mi è rimasta, così come quella per il ciclismo (che alla fine è quella più grande). Per quanto riguarda gli sport di squadra rimango convinto che in effetti sia la soluzione migliore, ho parlato del nuoto solamente perchè è uno sport che si può cominciare a fare anche a livello "serio" (perlomeno non come gioco assoluto) già da piccoli. Se dovessi scegliere IO uno sport a livello agonistico per i bimbi, sinceramente sceglierei qualcosa di più "divertente" di fare su e giù seguendo una riga nera. Però come ho detto mi sembra il modo migliore di iniziare...poi si vedrà.
Sul nuoto a cazzo invece, anche se non lo conosci, è esattamente quello che pratichi tu, in particolare quello dell'anno scorso mentre all'improvviso sei arrivato pallidissimo sulla spiaggia e di corsa ti sei tuffato...

GIAN CARLO ha detto...

9.22 su 5km senza nessuna scia.
Sto sempre molto dietro, ma ora il tempo è allineato con quello che valgo... l'altro era ingiusto

stefanoSTRONG ha detto...

tieniti pronto che il 1° dicembre (anticipazione) je damo sotto col 2° triathlon strong!

economistapercaso ha detto...

mah, io forse non li incoraggerei all'agonismo... certamente sì, invece, allo sport...

icuginichecorrono ha detto...

Ciao Stefano,probabilmente era un altro Stefano di Roma,ed ho collegato che eri tu eheheheh!

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