martedì 14 giugno 2016

Il mio IronMan 70.3 Italy 2016: sempre presente!


 
Ero venuto a Pescara per nuotare, pedalare e correre, e questo ho fatto.
Non me ne frega un cazzo se dopo aver nuotato hanno deciso di annullare per altri atleti la frazione di nuoto.
Non me ne frega se chi ha nuotato si è lamentato poi di aver gareggiato più stanco di chi si è riposato.
Non me ne frega se l'organizzazione ha scelto di affibbiare indiscriminatamente a tutti un'ora come tempo di nuoto+T1 (scelta non felicissima, a mio parere).
Non me ne frega se la Capitaneria di Porto a gara iniziata ha deciso di cancellare le successive partenze.
Se avessi saputo in anticipo la situazione, comunque avrei scelto di nuotare.
 
 
Che poi è vero, più che in mare sembrava di stare sulle montagne russe, ma se non sei in grado di nuotare con il mare mosso allora non ti iscrivere per niente ad un 70.3.
Evitando di scadere nelle banali esaltazioni, ma il triathlon è (anche) questo.
Se hai paura delle onde resta a casa.
Azzecco pure una buona traiettoria ed esco dall'acqua in 31'50, un paio di minuti peggio di quello che pensavo con le condizioni ideali, quindi non c'era tutta questa catastrofe.
Mentre mi slaccio la muta e corro verso la T1, Alessia mi dice che la gara è stata annullata.
Primo pensiero:  delusione avvampante.
Secondo pensiero: ora come lo smaltisco tutto quello che ho mangiato negli ultimi due giorni?
Per fortuna l'organizzazione decide di far ricominciare tutto dalla frazione in bici, con nuova rolling start.
Ci riprepariamo pronti per pedalare, do una nuova gonfiatina al tubolare che si era un po' ammosciato e parto subito a spingere.
A parte l'asfalto bagnato, le condizioni sono buone per pedalare.
La velocità è buona da subito, spingo in pianura e respiro agile in salita.
Le sensazioni sono buone per tutto il percorso e riesco ad alimentarmi tranquillamente come volevo.
Al 70°km mi riprende Gert.
E' partito un paio di minuti dietro di me, sta facendo una gran gara.
Subito dopo riprendiamo Manzik.
Il tempo di scambiarci un paio di battute ed ognuno continua a spingere per fatti suoi.
Questa è una delle mie più grandi soddisfazioni: tre amici della stessa squadra che si incontrano e continuano onestamente evitando squallidi trenini.
Scendo dalla bici con 33kmh di media.
Tra nuoto (perché io lo considero nel computo finale) e bici sono davvero soddisfatto.
E poi ci sono quei 21km finali.
Ho voglia di correrli e di solito quando parto con la voglia, faccio sempre una bella gara.
In realtà per tutta la frazione le sensazioni sono sempre buone, non vado mai in affanno e sto sempre in controllo e in agilità.
 
 
Il fatto è vado a 4'40" e non riesco ad avere un cambio di passo più veloce.
Probabilmente i lavori lunghi in preparazione dell'IronMan di Maastricht mi hanno tolto un po' di brillantezza e sicuramente non mi sono risparmiato, se avessi potuto avrei spinto di più, ma tant'è.
Incrociare gli amici e compagni di squadra è sempre piacevole, condividere per un secondo la loro fatica, i momenti di esaltazione e quelli di crisi è come stare nella stessa trincea.
 
 
Poi al 15°km faccio la cazzata da pivellino.
L'errore più stronzo in un momento di scarsa concentrazione.
Nel passarmi il giaccio sulla fronte e sulla nuca, me lo passo per bene anche sullo stomaco.
Il crampo addominale è immediato nello stesso istante in cui ho pensato "ma che cazzo ho fatto?!"
Mi piego in due emi blocco, non riesco più a correre.
Mi trascino per tre km a 5'30 tenendomi la mano sul fianco.
Poi piano piano il dolore passa e riprendo come se nulla fosse successo a 4'40.
Se non fosse per quei tre chilometri sarebbe stata una gara non esaltante ma completamente soddisfacente.
Tuttavia...sti cazzi.
5h03' comunque è sempre un cazzo di buon tempo.
 
 
E' stato il solito finesettimana stupendo con la mia famiglia al seguito e tanti tanti amici intorno (quest'anno c'erano tanti ragazzi del Team Panda, a quali dedicherò un post a parte) e questo mi basta.
Questo mi rende felice e mi spinge a fare triathlon.
Questo mi fa amare Pescara, dal 2011 al 2016.
Sempre presente, sempre finisher, dalla prima edizione.
 
 


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