Ultima gara della stagione.
Di solito ci arrivo sempre un po' scarico di testa, ma quest'anno dopo lo stop di due mesi dopo l'IronMan di Cervia ho ancora voglia di gareggiare.
Tre gare nelle ultime tre settimane: sprint di Santa Marinella, olimpico di Sabaudia e mezzo IronMan di Ostia.
Diciamo che non mi ad ottobre non mi sono fatto mancare niente.
Ho gareggiato a questa l'anno scorso ad aprile ed avevo voglia di rifarla.
Aldilà di alcune imperfezioni che possono essere migliorate (organizzare un mezzo IronMan a Roma immagino non sia semplicissimo), la logistica per gareggiare è sempre perfetta, zero stress per parcheggiare dentro il porto ad un passo dalla partenza e zona cambio.
La qualità dei partecipanti è abbastanza alta, con almeno tre atleti di buon livello nazionale.
Nel nuoto sto sempre a mio agio, tengo un buon ritmo ed azzecco buone traiettorie, nonostante delle boe non proprio visibilissime dalla distanza.
La sensazione in acqua è che la distanza sia molto più lunga del previsto, ed infatti il garmin mi segnerà più di 2100mt.
Il percorso in bici è il classico piattone del litorale romano.
Niente o pochissime asperità e tratti di vento laterale fastidioso, ma comunque un percorso dove si possono fare buone medie.
Nei primi 7km di collegamento al vero e proprio circuito, rischio l'incidente almeno due volte per motociclette e pedoni che si immettono senza motivo sul percorso della bici, nonostante le fettucce di divieto di transito.
E' un peccato, perché gli sforzi di un'organizzazione attenta agli atleti comunque si scontrano vontro un'ignoranza e completa mancanza di rispetto verso chi gareggia da parte di quei cittadini che vivono la gara come un intralcio alla loro vita.
Faccio i primi 30km da solo senza punti di riferimenti, poi prima del termine del primo giro vengo ripreso da due persone.
Si tratta di due persone con le quali ero molto amico fino a qualche anno fa, quindi vorrei evitare di raccontare ulteriormente questa frazione in modo di evitare che qualche parola possa essere fraintesa.
Quando mi immetto nuovamente negli ultimi 7km per rientrare in zona cambio si capisce che il percorso in bici è risultato di 75km, decisamente di più corto dei 90km previsti.
Dalle poche bici che trovo in zona cambio capisco che sta venendo una bella gara.
Transizione abbastanza veloce per i miei standard e cominciamo la corsa.
Le sensazioni sono subito ottime.
Mantengo un buon passo senza il minimo affanno.
Dopo due km mi fermo - come sempre - 5" a bere al rifornimento, ma quando riprendo il passo ho perso un po' di brillantezza.
Il primo dei tre giri da 7km comunque passa bene, gestendo il ritmo in "comfort zone".
Dal secondo giro invece inizia un'agonia assolutamente non prevista.
Prima mi si indurisce un quadricipite, che riesco comunque a sciogliere cambiando stile di corsa, poi aumenta sempre di più un dolore alla cassa toracica che non mi permette di respirare bene.
Saranno 15km di totale sofferenza.
Il ritmo non crolla ma devo correre in modo da sentire meno dolori possibili.
Non ricordo di aver corso un mezzo con questo tipo di sofferenza.
Le buone frazioni di nuoto e bici, unite ad un buon passo del primo giro di corsa, mi hanno comunque permesso di creare un buon gap da chi mi segue e riesco a mantenere la mia posizione fino al traguardo.
Chiudo con tanto di volata finale una gara che mi ha lasciato sensazioni contrastanti.
Da un lato tanta sofferenza nella parte finale e quindi la sensazione di aver faticato più di quanto pensavo, dall'altra la soddisfazione di una 20^ posizione assoluta, per la quale avrei firmato in partenza.
E direi che adesso posso godermi un po' di riposo, quanto mai meritato, per questo 2019!
...almeno fino alla prossima gara :)
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