giovedì 5 marzo 2020

L'alimentazione nel triathlon e la stufa a pellet


In un mondo dove chiunque parla a sproposito, voglio dire anche io la mia su un argomento sul quale non ho titolo per parlare.
L'alimentazione.
Parlerò su esperienze personali e dei ragazzi che alleno quindi, cari amici nutrizionisti e biologi, tappatevi le orecchie e lasciatemi sfogare.

Domanda.
Se avete freddo, vi riscaldate mettendo nella stufa mezzo sacchetto di pellet di ottima qualità, oppure due sacchetti di pellet mediocre?
Attenzione, non ho detto se vi scaldate meglio, ma se vi scaldate di più.
Il pellet buono può rendere meglio, ma con mezzo sacco vi riscaldate tre ore al massimo.
Con due sacchi di quello mediocre magari dovrete fare più pulizia e manutenzione, non vi renderanno in maniera ottima, ma comunque vi restate al caldo per un giorno intero.

Bruciare pellet per tenervi a caldo o bruciare calorie per una gara di endurance è un'analogia che ci sta.
Se non avete pellet da bruciare non vi riscaldate e se non avete calorie da bruciare non procedete.
E allora perché vi ostinate a mangiare poco, anche se bene?
Certo, il cibo di ottima qualità che mangiate vi permette di rendere al meglio... per quell'arco di tempo che avete qualcosa da bruciare.
Dopodiché non c'è più niente, in tutti i sensi.
Naturalmente non parlo di cibo in eccesso, perché anche in una stufa, il pellet in più che continuate a mettere, uscirà fuori e non sarà utilizzabile.

Attenzione!
Non parlo di corsa (dove il rapporto con il peso può incidere in maniera più rilevante), non parlo di nuoto e non parlo di ciclismo.
Parlo di triathlon.

Certo, poi dipende anche dalla capacità e bontà della stufa, ma quello è un altro discorso, ma su quello sarei anche titolato a parlare, e quindi non mi diverte.

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