lunedì 28 maggio 2018

Il mio IronMan 70.3 Barcelona (Venga! Venga! Venga!)


Venga!
"Ragioniere che fa, mi dà del lei?"
Dopo il "super" "zuppa", tedesco, il "bravò" francese (detto indistintamente a uomini e donne), in Spagna mi aspettavo di trovare un "vamos" e mi sono ritrovato un "venga".
Bello, mi piace!
E tra l'altro mi si dice che si usa spesso insieme a "vamos", tipo "venga vamos"!
Vabbè, finita la disquisizione sull'unica parola spagnola che ho imparato in questa trasferta catalana, parliamo della mia gara.
Dopo tutto il bellissimo contorno del viaggio con i ragazzi del Team Panda, la mattina della gara le condizioni per gareggiare sono ideali.
Cielo limpido, mare piattissimo e clima fresco.
I cartelli delle partenze del nuoto sono però messi un po' a cazzo e ognuno cerca di infilarsi in qualche settore a caso.
Comunque la rolling start aiuta molto in questo senso.
Non ci sarà l'effetto scenico per il pubblico di vedere 2500 persone che partono insieme, ma consente agli atleti di prendere il proprio passo senza problemi.
Esco dall'acqua in 29'22", in linea con le mie ultime gare e va benissimo così.


In bici ci avevano avvertito che sarebbe stato un percorso duro ma non pensavo così duro.
Alla fine verrà 1400mt di dislivello su 90km, più duro dell'Elbaman 73.
Tre lunghe salite, la seconda di 10km senza pendenze eccezionali ma costanti.
Bello, mi piace.
I piattoni ti permettono di fare medie di cui vantarti, ma il ciclismo senza salita non è ciclismo.
E soprattutto non c'è scia.
Tre chilometri iniziali e finali in mezzo alla cittadino con divieto di stare sulle prolunghe per i continui dossi e curve a 360°.
Poi si sale verso il faro di Calella e il gioco cambia.
Il gioco dei sorpassi viene sempre con volto che alla fine diventeranno familiari.
C'è chi sul piatto allunga e poi si pianta, e c'è chi in salita si risparmia e ti riprende in discesa.
A proposito di discesa.
La seconda veramente tecnica e insidiosa (spesso con fondo anche umida).
Vedo almeno quattro persone andare lunghe per fratte e qualcuno purtroppo anche a terra.
Tiro il freno un po' più spesso, cercando di recuperare in altri tratti la velocità persa in discesa.
Chiudo la frazione in 2h50", considerato il percorso una buona media anche qui.


Adesso comincia a fare piuttosto caldo, ma la mia corsa è buona.
Il percorso aiuta, a parte dei fastidiosi dossi sul lungomare, c'è sempre molto pubblico ad incitare.
Invece dei soliti 4 giri qui ci sono solo due giri da fare e la cosa aiuta a livello psicologico.
Bello anche il passaggio della corsa all'interno della zona cambio.
Vedere gli altri atleti che piano piano arrivano e compiono la transizione distrae dalla stanchezza.
Faccio il primo giro sorpassandoci a vicenda con un francese.
Poi ad un rifornimenti ci perdiamo di vista.
Il percorso non ha molti punti dove incrociare i proprio compagni di squadra e cerco di restare concentrato sul mio passo.
Al secondo giro comincio a vedere qualche viso amico.
Il sole ora picchia forte, ma quando sei sulla strada del ritorno verso il traguardo la fatica diventa solo un conto alla rovescia.
Il bellissimo finale con il traguardo sulla spiaggia che corre parallelo al mare merita lo sprint.
Allungo la falcata e taglio il traguardo a braccia alzate con 1h35' di corsa. 


Un bel sorriso anche stavolta.
Con 5h03' e un massiccio roll-down ottengo anche la qualificazione al mondiale 70.3 in Sud Africa, ma non mi interessano queste cose.
Sì, sto cazzo,  avecce tempo e soldi per organizzare una viaggio a Port Elizabeth tra tre mesi, stavo già con una birra in mano sulla Nelson Mandela Bay!
Ma per adesso ho già tutto quello di cui ho bisogno.
E daje così, anzi, Venga Vamos!-

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